Roma, 7 gen – L’Italia resterà in Iraq, la precisazione arriva dallo Stato maggiore della Difesa. “La pausa delle attività addestrative e l’eventuale ridislocazione dei militari italiani dalle zone di operazione irachene rientra nei piani di contingenza per la salvaguardia del personale impiegato”, chiarisce lo Smd sottolineando che non c’è “nessun ritiro” dei militari italiani ma una “parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad”. “Non rappresentano una interruzione della missione e degli impegni presi con la coalizione ma sono solo dipendenti dalle misure di sicurezza adottate – si fa sapere dallo Smd – Gli stati di allertamento e le misure di sicurezza sono decise a livello di coalizione internazionale in coordinamento con le varie nazioni partner. Al momento, il Quartier generale della coalizione sta pianificando una parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad”.
Generale Graziano: “In Iraq non c’è soluzione senza componente militare”
“In Iraq non c’è soluzione senza componente militare” ha detto, in un’intervista a Rai Radio1, il generale Claudio Graziano, capo del Comitato militare dell’Unione europea, la più alta autorità composta dai capi di stato maggiore della Difesa dei 28 Paesi membri. “Quando c’è una crisi”, ha proseguito il generale parlando della presenza italiana in Iraq, “non è il momento in cui ci possiamo far prendere dal panico. Bisogna aumentare l’attenzione. In questo momento l’Unione europea deve trovare la forza di prepararsi e di intervenire in aree in cui la soluzione non è mai militare”.
La Germania annuncia ritiro parziale
Dal canto suo, invece, la Germania ha annunciato il ritiro di parte delle sue truppe presenti in Iraq. Lo ha reso noto il governo, spiegando che a seguito dell’uccisione di Qassam Soleimani a Baghdad ha deciso di ricollocare 30 dei 120 militari di stanza in Iraq – impegnati in operazioni di addestramento delle forze di sicurezza irachene – in Giordania e Kuwait.
Come è noto, il Parlamento iracheno ha votato una risoluzione domenica scorsa in cui invita il governo a ottenere il ritiro delle truppe straniere dal Paese. In questo quadro, assume i contorni del mistero la posizione degli Stati Uniti. Sì, perché il comandante generale delle operazioni militari Usa n Iraq, William H. Seely, secondo i report ha inviato una lettera al ministro della Difesa del governo di Baghdad annunciando l’inizio di un ritiro delle truppe. Ma la notizia è stata subito negata da Washington. In modo particolare, il segretario della Difesa americana, Mark Esper, oltre a smentire la validità della missiva, ha specificato che gli Usa non intendono assolutamente ritirarsi dall’Iraq.
Adolfo Spezzaferro