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La violenza nelle stazioni non si elimina con le parole di Piantedosi

by La Redazione
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Roma, 4 mag – I casi di violenza nelle stazioni italiane e, soprattutto, le risposte del ministro Matteo Piantedosi fanno riflettere. In particolare, fanno riflettere le parole ancora una volta deboli del titolare del dicastero, come riportate da Agenzia Nova.

La violenza nelle stazioni e la “risposta” di Piantedosi

Le violenze nelle città generano una risposta alquanto ambigua da parte del ministro Piantedosi che, se sotto il profilo tecnico possono avere un fondamento, dall’altro quasi esprimono un preoccupante “lavaggio di mani” di piitaliana memoria: “Siamo consapevoli degli episodi ripetuti ciclicamente sia a Roma come Milano. Ma sottolineo che non sono la prova dell’inefficienza dei servizi” di sicurezza. Anzi, “la presenza delle forze dell’ordine ha permesso di affidare alla giustizia”. Sembra quasi dire: possiamo fare poco, e il poco è merito nostro. Non esattamente un’espressione lucida e forte.

Le misure decise finora

Passando al concreto, Piantedosi si è concentrato sul progetto di riqualificazione della stazione Termini di Roma, decisamente più attraente delle sue sintesi (e non ci vuole molto). Un progetto che sarà avviato “da luglio prossimo e che andrà da piazza dei Cinquecento a piazza Repubblica, compresi gli attraversamenti”, per creare “un sistema di sicurezza da condividere con il Comune di Roma”. L’obiettivo è di creare condizioni strutturali per una logistica finalizzata “alle forze dell’ordine in modo che possano essere visibili”. Poi aggiunge: “Quella di Termini è un’area molto particolare, le stazioni per loro natura sono un luogo di attrazione per l’emarginazione sociale, persone che tendono ad addensarsi lì perché si sentono più sicuri”. Meglio pensare a queste cose, caro ministro, piuttosto che esprimersi in malo modo: è solo un consiglio.

Alberto Celletti

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Lappola 4 Maggio 2023 - 11:00

Certo che NO, o mettiamo mano alle pistole con licenza di scaricarle sulle teste dei violenti, o ci teniamo la violenza.

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