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Le ong sospendono l’attività in mare. E di immigrati in arrivo non se ne vedono

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Roma, 14 ago – È salito a tre il numero delle ong che hanno deciso di sospendere gli interventi in mare. La prima a interrompere l’attività è stata Medici Senza Frontiere, a cui si sono accodate Sea Eye e infine Save The Children. Quest’ultima era una delle pochissime organizzazioni che operano nel Mediterraneo con le sue navi ad aver aderito al codice di condotta del ministro Minniti. Da ieri, però, la nave Vos Hestia, che si trova a Malta è stata temporaneamente bloccata “in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni”.

Il direttore delle operazioni di Save the Children fa sapere che l’ong è pronta a tornare sui suoi passi, ma ad alcune condizioni: “Siamo pronti a riprendere le operazioni, ma abbiamo il dovere di garantire la sicurezza del team e l’efficacia delle operazioni. Prima di poter riprendere la missione dobbiamo avere rassicurazioni in merito”.

Il vero motivo per cui le ong stanno sospendendo i salvataggi in mare nessuno lo sa con certezza. Le organizzazioni si trincerano dietro una problematica di sicurezza, che renderebbe difficile e pericolosa l’incolumità di quanti operano a bordo delle navi. Questo a causa della decisione della Marina libica di controllare le acque internazionali.

Inoltre le ong lanciano pesanti accuse alla Libia: tra queste la peggiore è quella della presenza di un “pizzo” sui salvataggi, gestito da ufficiali della Guardia Costiera di Tripoli. Un racket dove a pagare sarebbero le ong ai vertici libici che fanno capo al presidente al Serraj. Un fenomeno a cui il principale rivale di Al Serraj, il generale Haftar, risponde con una richiesta di 20 miliardi di euro all’Europa per fermare le partenze dalla Libia.

Com’è come non è sta di fatto che per la prima volta non ci sono imbarcazioni cariche di profughi o sedicenti tali in attesa di approdare nei porti italiani. “Il far west è finito” avrebbero commentato fonti del ministero dell’Interno riportate da Repubblica. Il Viminale, inoltre, pare abbia già un piano B nel caso in cui dovesse ricominciare il flusso dei migranti, che consisterebbe in un ritorno al passato, quando le navi delle varie ong nel Mediterraneo non erano presenti: “chiederemo alle missioni europee Sophia e Triton, e ai mercantili di passaggio, di aiutare la Guardia Costiera nei soccorsi” scrivono ancora quelli di Repubblica riportando fonti vicine a Minniti.

Anna Pedri

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