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Liste d’attesa infinite e inefficienza: continua lo smantellamento della sanità pubblica

by Andrea Grieco
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liste d'attesa

Roma, 12 mag – La piaga delle liste d’attesa nella sanità pubblica è un problema che persiste ormai da molto tempo, al quale si aggiungono diverse lamentele dei cittadini riguardo la disfunzione nei servizi di accesso e prenotazione come il mancato rispetto dei codici di priorità, le difficoltà a contattare il Centro Unico di Prenotazione (CUP) o l’impossibilità di segnarsi in liste d’attesa bloccate per lunghissimo tempo. Due anni per una mammografia di screening, tre mesi per un intervento per tumore all’utero che andava effettuato entro un mese, due mesi per una visita specialistica ginecologica urgente da fissare entro 72 ore, sempre due mesi per una visita di controllo cardiologica da effettuare entro 10 giorni.

I tempi delle liste d’attesa nel pubblico

I dati presentati all’interno del Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva, mostrati nella giornata di ieri a Roma al ministero della Salute, evidenziano a pieno queste problematiche. Nel dettaglio, per le prime visite specialistiche (cardiologica, endocrinologica, oncologica e pneumologica) il tempo di attesa può raggiungere anche i 60 giorni, il quale, senza codice di priorità, può arrivare anche tra i 360 e i 455 giorni. Per non parlare delle visite specialistiche di controllo con priorità U (urgente, da effettuare entro 72 ore), per le quali sono stati riscontrati casi di liste d’attesa superiori ai due mesi. A questi casi si aggiungono 150 giorni per una mammografia da svolgersi entro 10 giorni, e 730 giorni per una programmabile, 365 giorni per una gastroscopia. Un’operazione per tumore dell’utero da effettuare entro un mese, 90 giorni, tre volte tanto rispetto ai tempi previsti. E ancora: per un intervento di protesi d’anca un’attesa di 120 giorni, il doppiorispetto al tempo massimo previsto.

Gli italiani hanno perso fiducia

La conseguenza principale di tutto ciò, oltre l’inefficienza del servizio, è la non fiducia degli italiani nella sanità pubblica. La spesa privata è aumentata di circa il +9%, con la crescita dell’ammontare per famiglia a 1800 euro annui contro i 1700 del 2020. Un processo di smantellamento in atto ai danni di uno dei sistemi pubblici più importanti del mondo.

Andrea Grieco

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2 comments

fabio crociato 12 Maggio 2023 - 6:58

Tanto bisogna morire sempre, almeno, nel dubbio, se possiamo, facciamolo senza aggiungere masochismo, ovvero l’ aiuto di un altrui malamente interessato a noi.
Costringiamoli piuttosto ad elaborare e dare dati verità, specie statistici, a favore della nostra autonoma prevenzione (non devono rimanere nascosti nella ricerca e sviluppo ai fini speculativo-terapeutici).

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Benoit 13 Maggio 2023 - 2:28

Almeno in questa inefficienza di sanità regionali, l’Italia è unita da nord a sud e da est a ovest. Tutti in fila d’attesa.

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