Firenze, 1 lug – Quando si dice femminismo militante! Una donna geniale a Firenze ha falsificato il referto di un test del Dna per convincere un (casualmente) facoltoso imprenditore della provincia di Lucca che il figlio fino ad allora cresciuto insieme fosse suo. Scoperta, è stata trascinata in Tribunale. E ha perso.
Lucca, l’imprenditore e il test di paternità
Una vera tragedia se non fosse che la vittima è un uomo quindi, al massimo, passerà alla storia come pollo. Dopo la sentenza di primo grado del 2019 a Lucca, pochi giorni fa la Corte d’Appello di Firenze ha ribadito l’amara verità: il bambino cresciuto con amore, visto nascere e amato come un figlio non suo. E ora, che il bimbo ha quasi 4 anni, i giudici ordinano al responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune di residenza del piccolo anche di rettificargli il cognome.
La scienza non mente, ma …
La donna imbrogliona originaria di un Paese dell’Europa dell’Est al momento è stata condannata al pagamento delle spese processual. Però rischia una incriminazione penale per aver falsificato l’esito del test. Test che è stato effettuato dall’uomo, insospettito dal comportamento della compagna, nell’aprile del 2018. Il facoltoso imprenditore ha acquista così un apposito kit per il test del dna. L’esito di un laboratorio dà una risposta sconcertante: non c’è nesuna compatibilità genetica tra lui e quello che crede sia il figlio.
Il test “falsificato”
Sebbene dunque non sia imparentato col bambino, l’imprenditore decide almeno di chiarire dal punto di vista legale la sua condizione di padre, avendo nel frattempo sviluppato un grande affetto per il bimbo. Decide a quel punto decide di rivolgersi al tribunale di Lucca per chiarire la vicenda. Messa di fronte alla verità, l’eroina dei nostri giorni chiede e ottiene dall’imprenditore la possibilità di effettuare un secondo test, prima di andare in tribunale. Falsifica l’esito per far credere all’uomo che il padre sia effettivamente lui.
La doppia sentenza che incastra la donna
Ma a essere fregato due volte l’imprenditore non ci sta e una volta che la vicenda finisce nelle aule di tribunale il giudice fa eseguire una perizia tecnica e un terzo e definitivo test di paternità. Esito: non è il padre del bimbo. La sentenza di primo grado sancisce quindi che il povero e incolpevole bimbo non è figlio dell’imprenditore. Ma la donna geniale non si arrende: fa appello. Ed ecco quindi la sentenza di secondo grado emesso dalla corte di Firenze che conferma quanto già detto nel dispositivo di primo grado. Ora la donna dovrà pagare le spese processuali per un totale di circa 4 mila euro, mantenere il figlio e, magari, un giorno, spiegargli pure chi il padre.
Ilaria Paoletti
5 comments
a quando l’obbligo legale dell’ accertamento di paternità biologica,PRIMA
di dichiarare la paternità legale di un bambino?
perchè adesso tutti i figli nati in regime di matrimonio diventano automaticamenti figli del marito,
MA….
“Secondo le stime ricavabili dai dati statistici, il 15% dei secondi figli è di un padre diverso da quello ufficiale e la percentuale arriva al 25% nel caso dei terzi figli. In aumento vertiginoso le perizie che i tribunali dispongono per accertare la paternità. Inoltre, è aumentata di circa il 30% la vendita online di kit per l’accertamento ‘fai da te’ della paternità. Tali stime dimostrano che le infedeltà coniugali sono in netto aumento nel nostro Paese o almeno il livello del sospetto degli uomini di non essere padri dei propri figli oggi è particolarmente elevato e preoccupante”
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2020/09/monogamia-tradimenti-02/
[…] Lucca, falsifica test di paternità per “incastrare” facoltoso imprenditore. Ma viene scoperta proviene da Il Primato […]
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
Concordo pienamente con il commento di jenablindata. Sottoscrivo ogni parola.
Aggiungo però che in Italia, col partito unico femminista di destra e sinistra, nessuno escluso, almeno fra quelli che potrebbero avere la maggioranza secondo i sondaggi, mi pare purtroppo che sia utopia.
Anzi.. la tendenza si muove in direzione opposta.
In questi ultimi anni il “baricentro” si è spostato sempre di più verso “una parte” che non è quella che difenderebbe i diritti dei “padri”. Basta vedere la cronaca in qualsiasi programma tv di destra o sinistra, quanto tempo dedicano rimarcando sempre gli stessi casi di cronaca, strumentalizzandoli, e come ignorano completamente altri.. Addirittura hanno fatto intere trasmissioni per fare processi in tv a uomini che poi non sono ancora stati neanche processati(immagini di chi parlo). I pochi che si opponevano “seriamente” a un certo femminismo, oggi, in televisione, sono stati cacciati o “si sono piegati”. Lo sbilanciamento in questi ultimi 2 anni è aumentato moltissimo.
E dove sta il problema? I figli, perlopiù, si drogheranno, “suicidandosi” in un modo o nel altro, attenderanno cercando di anticipare l’ eredità materiale che, anche per le banche, deve risultare bruciata prima possibile, comunque se ne sbatteranno i c……i di una famiglia vera per loro tristemente diventata irraggiungibile, ma soprattutto inconcepibile. Grazie alle infami femministe post sessantottine…, fondamentalmente donne fallite diventate invidiose sfascia famiglie!! Chiaro?