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L’ultimo delirio del pensiero unico: anche la birra può essere razzista

by Valerio Savioli
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birra razzista

Roma, 14 mag – Il birrificio Moon Gazer Ale ha deciso di cambiare il nome di una delle sue birre perché l’etichetta sarebbe… razzista!

Birra razzista…ebbene sì

Sì, avete letto bene, una birra razzista. L’immediata reazione a questa notizia non può che essere quella dell’ilarità, sebbene a fermarsi per un istante e a pensarci meglio la risata diviene immediatamente amara e i contorni del reale assumono i tratti del tragicomico e la mente non può che non andare verso un altro caso in cui il connubio tra Politicamente Corretto e grande finanza è lampante e controverso, ossia il recente scandalo destato dalla decisione della Bud Light, celebre per la sua percezione prettamente mascolina, di assumere un transgender per la sua ultima, apparentemente fallimentare, campagna pubblicitaria.

I tentacoli del politicamente corretto

Siamo nel North Folk, sulle splendide e malinconiche coste orientali inglesi, dove il birrificio Moon Gazer Ale ha violato uno dei principali dogmi del politicamente corretto, utilizzando, per una delle sue birre, il termine White, ossia bianco, più precisamente: White Face.

Ma cosa nascondono i due paciosi proprietari del birrificio, David e Rachel Holliday, dietro a questo messaggio? Un oscuro segnale indirizzato al suprematismo bianco? Una rivendicazione reazionaria? Un manifesto biologista? Una carezza discreta al mito della purezza della razza? Niente di tutto questo, la scelta dell’etichetta White Face risale semplicemente a un verso di un poema medievale noto come The Names Of The Hare. La decisione è stata però irreversibile e sembra essere nata in seguito ad alcune segnalazioni (!) da parte di certi clienti ai quali il proprietario ha risposto: “La birra dovrebbe fare una cosa semplice, ovvero portare piacere, quindi se la birra, o più precisamente il suo nome, si sta allontanando da quello, per noi è tempo di cambiare.”

Intervistato dall’Indipendent, David Holliday ci ha tenuto a raccontare la sua esperienza personale: “Per aggiungere a questo, la signora Moon Gazer e io eravamo di recente seduti in una birreria all’aperto di un pub e abbiamo sentito un uomo che mostrava la sua pinta al suo compagno di birra e proclamava: ‘Ora questa birra è totalmente lussureggiante’. Ci fu una breve pausa prima che continuasse, ‘Il nome è un po’ razzista, però’.” Questo episodio, unito, a quanto pare, ad altre segnalazioni da parte della clientela, avrebbe fatto riflettere la coppia di imprenditori, portandoli alla decisione di intervenire, ora la birra è stata rinominata, o rietichettata Cheeky Jack, “E’ un gioco sul nome americano di una lepre – jack coniglio”, ha detto il signor Holliday. Quindi, secondo la logica politicamente corretta è logico che la birra più maschia d’America possa assumere il volto di un transgender, mentre risulta intollerabile, anche solo alludere sebbene non intenzionalmente, a una determinata e specifica tonalità etnica, ossia quella bianca.

Valerio Savioli

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3 comments

bc 14 Maggio 2023 - 9:53

Danno da purine (acido urico), presente anche nel cervello, senz’ altro casi da studiare. Viva il vino rosso tendente al nero.

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jenablindata 14 Maggio 2023 - 1:03

come ogni uomo di buon senso sa,ad esagerare si ottiene l’effetto opposto:
e francamente,questa ossessione nazifem\woke\lgbt+qnpz\politically correct\buonismo acritico
ha rotto gli zebedei DA DECENNI ormai:

quindi da molto tempo ho cominciato a boicottare\evitare\fregarmene di tutti i marchi\tendenze\leggi\politiche\culture ecc
femministi,lgbt+qnpz e woke.
vogliono inginocchiarsi a leccare il loro sedere?

facciano pure,ma io
NON compro più i loro prodotti,
i politici non li voto,
il politically correct non lo seguo,
il buonismo mi fa andare dalla parte opposta,
con le donne femministe non mi metto,ecc

e anche quando cambiano registro,NON mi recuperano.

immagino che anche se silenti,ormai saranno moltissimi,a ragionare come me,
quindi mi chiedo:
è voluta,questa sovraesposizione?
mirano a stomacare la gente e provocare il rigetto di queste tematiche?

perchè con me ci sono riusciti benissimo,
e non penso che siano così stupidi da non rendersi conto dell’effetto che fanno.

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fabio crociato 15 Maggio 2023 - 9:10

E secondo tè come mai vogliono gli immigrati ? Non sarà anche perché costoro, con un grado di comprensione ovviamente ben più basso (se non altro per questioni di lingua), finiranno alle fierette, manifestazioni “colorate” sponsorizzate Heineken, Coca Cola e altri marchi che fatturano con bassa, se non pessima, qualità ? Consentono il volano, direttamente ed indirettamente, del profittevole pil di “tutti” !

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