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"Non accettiamo le scuse della Francia". Salvini risponde a Macron sul caso immigrati

by Davide Romano
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Roma, 16 ott – “E’ stato un errore, colpa di agenti che non conoscevano bene i luoghi”. Dopo le dichiarazioni-presa in giro delle autorità francesi, che hanno giustificato così lo sconfinamento della gendarmerie e l’abbandono di alcuni immigrati a Cleviere (Torino), non si è fatta attendere la risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente. Quanto successo a Claviere, sulle Alpi del Torinese, è un’offesa senza precedenti nei confronti del nostro Paese, e mi chiedo se gli organismi internazionali – a partire dall’Onu fino all’Europa – non trovino ‘vomitevole’ lasciare delle persone in una zona isolata senza assistenza. Siamo di fronte a una vergogna internazionale, e il signor Macron non può far finta di nulla. Non accettiamo le scuse“.
“Chi erano questi immigrati?”, si domanda il titolare del Viminale. “Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati? E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Perché i francesi parlano di “gendarmi che non conoscevano la strada”, se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo”. Sull’episodio la procura di Torino ha aperto un’inchiesta. A “pizzicare” i francesi intenti a scaricare gli immigrati e a fargli cenno di inoltrarsi nella boscaglia erano stati gli agenti della Digos di Torino, che hanno scattato delle foto e preso il numero di targa. Anche il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha chiesto “informazioni” alla Francia, mobilitando anche il nostro ambasciatore a Parigi.
Il governo sembra intenzionato a non transigere, in particolar modo Matteo Salvini, non nuovo alle schermaglie con il presidente francese. “Macron che si dice buono e generoso scarica di notte immigrati in Italia? Pretendiamo risposte chiare, rapide e inequivocabili da Parigi”. Per ora i francesi si limitano a parlare di “errore” e ad esprimere “rammarico”.
Davide Romano

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