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Pamela, lo zio accusa il parroco: “La Chiesa pagò la casa a Oseghale”

by Cristina Gauri
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22 gen – A distanza di un anno sono ancora moltissimi i punti oscuri dell’atroce omicidio di Pamela Mastropietro: per molti aspetti la morte è ancora avvolta nel mistero e il 13 febbraio si aprirà in Corte d’Assise il processo contro Innocent Oseghale, il principale indiziato per l’omicidio della giovane. Marco Valerio Verni, zio di Pamela e legale della famiglia Mastropietro, cerca di fare il punto della situazione in un’intervista concessa ad Affaritaliani. Un aspetto della vicenda emerge in particolare dalle parole di Verni: una parrocchia di Villa Potenza, frazione di Macerata, offrì sostegno logistico ed economico ad Oseghale, che all’epoca era già stato condannato per droga.
Secondo la ricostruzione dell’avvocato il nigeriano era già stato escluso dal programma di protezione per i rifugiati dopo essere stato colto sul fatto mentre spacciava. Tuttavia, il parroco di Villa Potenza lo aveva indicato come una persona bisognosa di aiuto, nonostante fosse in attesa di essere espulso dal nostro Paese. Per questo, per tre mesi di seguito sarebbero stati raccolti e devoluti ad Oseghale e alla sua partner, Michela Pettinari, 450 euro, per il pagamento dell’affitto dell’appartamento dove vivevano. Privando sicuramente altre persone più meritevoli, magari italiane, di un aiuto.

Addirittura si scopre che il 14 gennaio 2018, per celebrare la “Giornata del migrante”, Oseghale, puro di spirito e nelle intenzioni, era pure salito sul pulpito della chiesa di Villa Potenza per leggere la lettera pastorale scritta da papa Francesco; la comunità gli aveva donato una cesta con coperte e generi alimentari. Chissà come si saranno sentiti “buoni” e a posto con la coscienza, i fedeli, in quelle circostanze. Chi lo avrebbe mai detto che due settimane più tardi, nello stesso appartamento pagato con i loro soldi, si sarebbe consumato uno dei delitti più inumani che il nostro Paese ricordi. “Ecco spiegato, forse, l’atteggiamento davvero tiepido del vescovo di Macerata e il silenzio della Chiesa su questa vicenda orribile”, ha dichiarato ad Affaritaliani l’avvocato di Pamela. Un silenzio quantomeno imbarazzante e irrispettoso: il vescovo della cittadina marchigiana infatti non si era nemmeno scomodato a benedire la lapide posta nel punto in cui è stato ritrovato il corpo smembrato della diciottenne.

Cristina Gauri

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Piero 22 Gennaio 2019 - 11:43

Nulla di strano, il cristianesimo ha finalmente gettato la maschera, e sta rivelandosi in tutta la sua più pura essenza: una dottrina cripto-comunista e disgregatrice, nemica di ogni civiltà superiore, disfattista ed oltremodo nociva sul piano sociale. Ha distrutto l’ Impero Romano duemila anni fa, e minaccia di ripetere lo scempio oggi, deformando irrimediabilmente l’ identità etnica europea.
Lungi dal voler lanciare provocazioni, credo però che oggi come non mai sia assai problematico conciliare militanza identitaria e fede cattolica.

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Pamela, lo zio accusa il parroco: “La Chiesa pagò la casa a Oseghale” - AllNews24 22 Gennaio 2019 - 2:09

[…] Pamela, lo zio accusa il parroco: “La Chiesa pagò la casa a Oseghale” proviene da Il Primato […]

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Pamela, al via processo Oseghale. La mamma: “Voglio il massimo della pena” - AllNews24 13 Febbraio 2019 - 10:45

[…] eroina assunta nell’appartamento dello spacciatore (il cui affitto veniva pagato, ricordiamo, con i soldi della parrocchia di Villa Potenza); ma non ha confessato né di averla uccisa né di averla violentata, come invece ha rivelato […]

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