Roma, 8 gen – Il Pd di Elly Schlein pronto a confrontarsi sulla sanità e sulle diseguaglianze. Non è una battuta, ma l’ennesima dichiarazione dell’ennesimo segretario dem ignaro della sua storia e del suo presente.
Pd, la solita comicità della Schlein
Può un partito primo responsabile della distruzione della sanità e della promozione delle disuguaglianze (soprattutto verso gli immigrati) farsi portavoce della sanità e della lotta alle disuguaglianze? Il Pd di Schlein sì, come del resto tutti i “partiti democratici” precedenti a quello guidato dall”attuale leader del Nazareno. E, come riporta Agenzia Nova, non ci si risparmia nel solito tentativo di presentarsi per ciò che non si è e non si è mai stati: difensori dei più deboli. A meno che i deboli non siano i clandestini, sia chiaro, per loro si è pronti a sconvolgere il tessuto socio-economico degli autoctoni senza alcuna pietà. Comunque, come riporta Agenzia Nova, la Schlein non si risparmia e rilancia. Punterebbe “sulle disuguaglianze che sono aumentate, i salari che sono i più bassi in Europa e la sanità pubblica”, dice il segretario. Che poi aggiunge: “In tre ore che ha parlato Giorgia Meloni in conferenza stampa non è riuscita mai a nominare la sanità pubblica. Il governo taglia e mente dicendo che sta facendo il più grande investimento della storia, riportando la spesa a prima della pandemia”. La stessa sanità pubblica che l’euroinomane Pd non potrebbe né vorrebbe mai risollevare (avendo sempre promosso politiche contrarie quando a Palazzo Chigi, importante ricordarlo), ma questi sono dettagli comodi che, dai banchi dell’opposizione, possono essere tralasciati.
Un’opposizione inesistente
Con questa opposizione la signora Meloni può dormire sonni tranquilli e sui proverbiali due guanciali. Del resto, la buffonaggine di un partito ultraliberista che continua a spacciarsi per sociale non riesce a passare ancora inosservata, dopo anni di prese in giro e di disastri sotto ogni profilo li si possa guardare. E allora la Meloni dorme, tranquillissima, nonostante il suo esecutivo abbia tutt’altro che brillato – anzi – in poco più di un anno di mandato…
Alberto Celletti