Roma, 11 mar – Il piano vaccini c’è, almeno in bozza, mancano però i vaccini: si parte dagli ultrafragili, poi i disabili, a seguire per fasce d’età decrescenti, con la possibilità di vaccinarsi sul posto di lavoro. Oggi dovrebbe arrivare il via libera dell’Ema, l’Agenzia europea dei farmaci, al vaccino Johnson&Johnson. Se verranno rispettati gli accordi e i tempi sulle forniture, a inizio aprile dovrebbero arrivare in Italia 6,5 milioni di dosi. Sommate ai 36,8 milioni di dosi delle altre aziende previsti per giugno sarà possibile avviare la vaccinazione di massa contro il Covid. Allo stato attuale però – nonostante il premier Draghi abbia detto che bisogna correre – il quadro è diverso: la campagna di immunizzazione procede a rilento.
Piano vaccini sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni
Oggi dovrebbe essere pubblicata la circolare del ministro della Salute Roberto Speranza che ufficializza l’autorizzazione del vaccino AstraZeneca fino ai 79 anni. Intanto il governo sta “reclutando” il maggior numero possibile di vaccinatori. Il piano vaccini sarà al centro della Conferenza delle Regioni di stamattina e a seguire della Conferenza Stato-Regioni, convocata dal ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini. e alla quale parteciperà anche Speranza. Il piano vaccini è stato approntato dal nuovo commissario straordinario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Obiettivo: somministrare 300mila dosi di vaccino al giorno. Vediamo come.
Obiettivo: ridurre al minimo le differenze tra regioni
Secondo la bozza, il piano è pensato per ridurre al minimo le differenze a livello territoriali, con regioni come il Lazio che procedono a ritmo sostenuto e altre, come la Lombardia, che procedono a rilento. Altro obiettivo, una volta conclusa l’immunizzazione di operatori sanitari, Rsa e over 80, insegnanti e forze dell’ordine si procederà per fasce d’età decrescenti. Il tutto procedendo al contempo con la vaccinazione dei disabili gravi, quelli riconosciuti dalla legge 104, e dei familiari che li assistono e dei pazienti estremamente fragili, ai quali il vaccino (Pfizer o Moderna) va somministrato negli ospedali.
Sarà possibile vaccinarsi sul posto di lavoro
Per la vaccinazione di massa (che, lo ricordiamo, è su base volontaria) è prevista inoltre la somministrazione, ad opera dei medici aziendali, sul posto di lavoro. Saranno le aziende, eventualmente, a farne richiesta. La Regione Lombardia in tal senso ieri ha approvato il protocollo d’intesa per dare la possibilità alle aziende di vaccinare direttamente i propri dipendenti all’interno delle aziende stesse. Ma, ha precisato il governatore Attilio Fontana, “il protocollo inizierà ad avere valore quando inizierà la vaccinazione massiva”. Inoltre, per quanto riguarda i lavoratori delle aziende più piccole, ci si potrà vaccinare negli ambulatori dell’Inail.
Arruolati come vaccinatori anche gli odontoiatri
In attesa delle dosi, “cresce la squadra dei medici pronti a vaccinare: ora sono oltre 150mila“, ha scritto su Facebook il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Infatti anche 63.600 odontoiatri potranno partecipare come vaccinatori. Gli odontoiatri, ha precisato Costa, vanno ad aggiungersi ai 40mila specializzandi e ai 60mila medici del territorio (medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali). A questi potranno poi unirsi i medici volontari, i medici in pensione e i liberi professionisti. Altra ipotesi allo studio, quando scatterà la vaccinazione di massa, coinvolgere anche i farmacisti.
Ecco dove si potrà fare il vaccino
Per la distribuzione sarà determinante il supporto della Protezione civile e dell’Esercito. Oltre all’hub nazionale a Pratica di mare, già previsto nel piano del predecessore di Figliuolo, così come i centri di somministrazione da allestire su tutto il territorio nazionale, uno ogni 50 mila abitanti, ci saranno anche i drive-through. Ossia i punti – circa 152, ma si potrebbe arrivare a predisporne 200 – gestiti dalla Difesa in cui sono stati effettuati i tamponi agli automobilisti senza che scendessero dalle vetture e che ora potrebbero essere utilizzati per i vaccini. La riconversione inizierà da Milano, dal punto allestito al parco Trenno, il primo ad essere trasformato in presidio vaccinale della Difesa. Entrerà in funzione domani. A Roma è già operativo quello nella città militare della Cecchignola. Per raggiungere i centri isolati saranno infine utilizzati almeno 150 nuclei vaccinali mobili, sempre della Difesa.
Confindustria sta verificando in quante aziende ci si potrà vaccinare
Sul fronte delle vaccinazioni aziendali, si concluderà entro il 19 marzo la ricognizione promossa da Confindustria. Dopodiché sarà presentata al governo una lista di realtà disponibili a fornire spazi per le vaccinazioni. Confindustria peraltro non è l’unica rappresentanza d’impresa mobilitata per le vaccinazioni sul posto di lavoro ad opera dei medici aziendali. C’è anche la Confapi, che ieri in Lombardia ha firmato, anche con Confindustria, il protocollo d’intesa per le vaccinazioni in azienda. Altre regioni potrebbero seguire a breve (Friuli Venezia Giulia, Veneto).
Adolfo Spezzaferro
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