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Primato Nazionale: scienziati italiani scoprono acqua su Titano

by Clearco
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titanoRoma, 16 Dic – Ricercatori italiani hanno scoperto un mare alieno sulla luna di Titano.  Grazie a strumenti di misura di estrema precisione e professionalità. anch’essi in buona parte realizzati in Italia, i ricercatori hanno potuto confermare la presenza di un oceano molto al di sotto della superficie del pianeta. Una scoperta interessante, che fa seguito a quella relativa all’acqua su Marte. Anche in quel caso il team e gli strumenti erano in gran parte italiani.

“In particolare, Titano e Marte sono due mondi completamente diversi, osservati da radar in buona parte pensati, realizzati e utilizzati in Italia. Radar anch’essi molto diversi tra loro: uno è un Sar, progettato per mappare la superficie di Titano altrimenti quasi invisibile per le dense nubi che avvolgono questo satellite di Saturno; gli altri due, Marsis su Mars Express e Sharad su Mro, studiati per determinare le strutture nelle profondità di Marte e scoprire se ci sono depositi sotterranei di acqua ghiacciata o liquida. Grazie agli ultimi fly-by ravvicinati di Cassini, il team del radar ha recentemente potuto realizzare un mosaico multi-immagine con un dettaglio sorprendente della regione del polo nord di Titano, caratterizzata dalla presenza di molti laghi e mari di idrocarburi, principalmente metano ed etano. Si è anche potuto elaborare una mappa 3D che consente di sorvolare l’area del mare di Ligeia. Sulla Terra il metano e l’etano sono dei gas, ma su Titano, dove la temperatura media è -170°C, sono liquidi. Titano e’ un mondo per molti aspetti simile alla Terra: ci sono dune nella zona equatoriale, montagne, anche se non molto alte, vulcani, fiumi, laghi e mari, ma dove ci sono rocce silicatiche lì si trova ghiaccio d’acqua, le dune sono formate da una polvere di idrocarburi, i vulcani sono in effetti criovulcani che eruttano colate di ghiaccio d’acqua e metano e le superfici liquide di fiumi, mari e laghi, concentrati quasi solamente nelle zone polari dell’emisfero nord, sono appunto di metano.

L’opportuno utilizzo di tecniche già sviluppate nell’ambito dell’elaborazione dei dati forniti dai radar-sounder marziani Sharad e Marsis, la cui mappatura del sottosuolo di Marte continua ancora oggi, ha consentito per la prima volta di eseguire questa storica misura. Lo studio guidato da ricercatori italiani, a cui hanno contribuito anche ricercatori americani e francesi, dimostra in modo definitivo la natura liquida di almeno uno dei mari di Titano, il Mare Ligeia, ci dice che è composto di metano quasi puro e fornisce il primo profilo batimetrico (la profondità) di un mare extraterrestre che raggiunge 160 metri circa di profondità.

”Il Mare Ligeia si è rivelato essere proprio della giusta profondità per il radar Cassini per rilevare un segnale di ritorno dal fondo del mare, che non si pensava fosse possibile ottenere”, ha dichiarato Marco Mastrogiuseppe, membro del team radar Cassini e associato presso l’Università La Sapienza di Roma, Italia. ”La misurazione che abbiamo fatto mostra che Ligeia sia più profondo in almeno un punto, rispetto alla profondità media del lago Michigan”. ”Questo è un grande successo che si è potuto conseguire grazie alle altissime competenze scientifiche sviluppate in Italia nel campo dei radar planetari realizzati dall’Asi in collaborazione con la Nasa. Oggi abbiamo un bellissimo esempio di come gli algoritmi ed i metodi di processo dei dati sviluppati nei nostri programmi siano potenti e flessibili e come, grazie alla splendida intuizione di un giovane ricercatore, ben supportato da un grande team, possano portare a risultati non aspettati, ma anche come la missione Cassini non smetta mai di stupirci”, afferma Enrico Flamini dell’Asi che partecipa al team del radar ed è uno degli autori del lavoro. Ora Cassini si sta avvicinando all’inizio dell’estate nord del sistema di Saturno e tutti gli scienziati si aspettano novità per quello che potenzialmente sarà il periodo di maggiori cambiamenti climatici nell’emisfero nord di Titano. Cassini-Huygens è una missione realizzata in collaborazione tra Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Agenzia Spaziale Italiana: è gestita dal Jpl, una divisione del California Institute of Technology, Pasadena, per il Science Mission Directorate della Nasa, Washington. L’orbiter Cassini è stato progettato, sviluppato e assemblato dal Jpl. Lo strumento radar è stato costruito dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Jpl, in collaborazione con i membri del team degli Stati Uniti e di diversi Paesi europei.

Francesco Benedetti

 

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