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Quella spia di Amazon che ci ascolta e ci registra: ecco come

by Eugenio Palazzini
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Roma, 11 apr – Amazon ci spia? Togliamo subito l’interrogativo: sì, ci ascolta e ci registra. E’ quanto svelato da un rapporto di Bloomberg, che spiega il ruolo svolto da un team di lavoratori dell’azienda statunitense, costituito ad hoc per ascoltare, registrare e trascrivere gli audio di migliaia di persone in tutto il mondo. Chiunque di fatto utilizzi l’assistente vocale Alexa e i dispositivi su cui è installato, in particolare quelli della linea Echo, viene intercettato dal team di spioni. Secondo Bloomberg sarebbero circa mille i dipendenti di Amazon, che lavorano in uffici sparsi in tutto il mondo, “utilizzati” per captare le registrazioni vocali per nove ore al giorno. Nello specifico: ascoltano parti di clip audio e segnalano eventuali problemi nelle interazioni o nelle interpretazioni vocali degli utenti.

Dunque dovrebbero essere, ufficialmente, soltanto metodi per migliorare il sistema. Il problema, con tutta evidenza, è che tra gli innumerevoli audio ascoltati dal team di Amazon, può esserci di tutto: da questioni strettamente personali degli utenti, a importanti segreti che non vorrebbero rivelare, fino a strategie di mercato e ovviamente pure politiche. Ma è inutile elencarle tutte, qualunque cosa potrebbe essere detta e qualunque cosa potrebbe finire intercettata. Una violazione della privacy di livello planetaria da far venire i brividi agli agenti della Stasi.

Dai dettagli privati ai codici bancari

E’ altrettanto scontato notare che quanto viene detto dagli utenti in questi audio può essere pure male interpretato, perché chiaramente si può trattare di scherzi o semplicemente di esternazioni infelici tirate fuori in momenti difficili. Non solo, le conversazioni in background vengono captate anche quando parlano i bambini. Come precisato da Bloomberg, a volte gli ascoltatori di Amazon sentono utenti che discutono di dettagli privati ​​come nomi o codici bancari.

In questi casi il team dovrebbe spuntare, sul sistema di controllo, una finestra che indica “dati critici” e subito passare al file audio successivo. Dovrebbe, perché poi nessuno controlla il controllore. Secondo il sito web di Amazon, in realtà nessun audio viene memorizzato, ma possono capitare degli “errori”. Un lavoratore di questo ampio team, ha affermato che alcuni suoi colleghi trascrivono fino a 100 registrazioni al giorno. Il 1984 d’altronde è già un remoto passato. Benvenuti nel 2019.

Eugenio Palazzini

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2 comments

serena 12 Aprile 2019 - 12:21

Ahahahah! Accendetevela da soli la luce, tonti!

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Bracco 13 Aprile 2019 - 5:17

Purtroppo c’è anche la silenziosa raccolta di metadati dai nostri dispositivi.
Un esempio è il motore google che in base alle nostre ricerche ci profila.
E perché no,oltre al motore google,Android sarebbe in grado di tracciare e trasmettere anche i ns spostamenti tramite metadati.
Altro che il microchip sottocutaneo;i nostri amati smartphone fanno lo stesso lavoro più o meno.

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