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“Spiaggia fascista”, erano solo “bizzarrie”: la procura smonta lo scoop di “Repubblica”

by admin
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Chioggia, 5 ott – Alla fine era solo una stranezza estiva. Così la Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto l’archiviazione per Gianni Scarpa, ritirando l’accusa di apologia di fascismo. Il lido di Punta Canna a Sottomarina di Chioggia, quella che nella calura di luglio era stata già ribattezzata la spiaggia fascista, era quindi solo uno stabilimento balneare un po’ sui generis, in “stile ventennio”, ma il gestore non ha violato alcuna legge.

Del resto lo stesso Scarpa non si definiva fascista, ma solo amante dell’ordine e della pulizia. Nonostante le accuse, il cosiddetto “bagnino del Duce” in pochissimi giorni è diventato un personaggio che i giornali stranieri hanno intervistato più e più volte. Lo volevano anche come ospite in tv, ma Scarpa ha sempre declinato ogni invito. E nonostante la pubblicità negativa, il blitz della Digos, l’intervento del Prefetto che fece togliere ogni riferimento al Ventennio e la richiesta dell’Anpi di revocare la concessione, la spiaggia ha incrementato i suoi affari.

I pm di Venezia, arrivato l’autunno, hanno stabilito che le foto del Duce e i richiami all’ordine e al manganello fossero più una “articolazione del pensiero” del gestore, e non una reale apologia del fascismo. Piuttosto, secondo la Procura, si è trattato di un modo un po’ bizzarro di esporre le regole vigenti all’interno dello stabilimento balneare. Regole che, proprio grazie agli avvisi perentori, hanno sempre garantito decoro e pulizia alla spiaggia, per la soddisfazione dei clienti che da 20 anni affollavano il lido gestito da Scarpa.

Emanuele Fiano può mettere a tacere le sue ossessioni. Almeno fino a quando i giudici non si pronunceranno definitivamente. Spetta infatti a loro decidere se lo stabilimento abbia violato la legge Scelba o se, come è quasi scontato, la polemica montata era solo una delle tante storie per movimentare un’estate italiana dove le spiagge, soprattutto quelle del sud, sono diventate famose per gli sbarchi dei clandestini.

Anna Pedri

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nemesi 5 Ottobre 2017 - 11:26

era da almeno 2 anni (vedi trip advisor) che i cartelli incriminati erano cosa nota; che ci sia stata una indagine della Magistratura (poi finita nel nulla) proprio nello stesso periodo in cui si parlava del DDL Fiano,lascia davvero qualche perplessità sulla autonomia “super partes” della stessa.

PS era decisamente meglio evitare la spiaggia di Rimini nottetempo,che quella “fascista” —-detto naturalmente con il senno di poi.

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serena 6 Ottobre 2017 - 3:54

Tiè

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