Roma, 25 gen – La statua dedicata ad Indro Montanelli era stata imbrattata e oltraggiata sulla base di un mantra, esibito senza troppi convenevoli con un classico “colonialismo è stupro”. Autrici, due attiviste del movimento Non una di meno, durante una manifestazione del giugno 2020 a Milano. Ora i giudici le salvano perché l’atto non sarebbe punibile.
Imbrattare e oltraggiare la statua di Montanelli “non è punibile”
Assoluzione in primo grado da parte del tribunale di Milano. Per il giudice, infatti, oltraggiare la statua di Montanelli non è punibile. Le due attiviste Paola Di Lauro e Francesca Gallarate rispondevano dei reati di “deturpamento e imbrattamento in concorso”, come riporta il Giornale. Non solo: la procura aveva insistito anche su un’aggravante, quella di aver commesso il fatto su immobili considerati pubblici, tanto è che pure il Comune di Milano si era costituito come parte offesa. Per il magistrato Alessandra Borselli, però, nessuna condanna è praticabile. La causa è la “non punibilità”.
La cancel culture vince
Zero contestualizzazione, zero storicizzazione. Come noi stessi avevamo sottolineato all’epoca, la cancel culture arriva da oltreoceano e sembra avere enorme peso anche qui da noi. Sotto accusa sono le ben note nozze del giornalista con la “sposa bambina” Destà, che aveva attirato contro di lui critiche pesantissime. Una vicenda che, a prescindere dagli aspetti senza dubbio controversi, andrebbe analizzata proprio nel contesto storico in cui avvenne. Ammesso che sia esistita, visto che sulla questione sono piombati alcuni dubbi che hanno contestato le dichiarazioni dello stesso fondatore de il Giornale su Destà, messi in piedi tre anni fa dal giornalista italo-eritreo Roberto Malpeli. Ma questa è un’altra storia, che chissà se mai avrà ulteriori e concreti sviluppi.
Alberto Celletti
2 comments
L’indipendenza della magistratura quante balle… Si provi a pitturare una statua di lenin a vedere se produce la medesima sentenza
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