Roma, 4 set – Ricostruzioni lente, lentissime, a volte addirittura mai effettuate. A distanza di anni dai terremoti nelle Marche, in Abruzzo, nel Lazio e in Umbria, è tutto fermo. I progetti in cantiere erano 107, ne sono stati ultimati appena 8. Nonostante la grande solidarietà del popolo italiano, sempre pronto a intervenire quando si verificano catastrofi, siamo purtroppo abituati alla mala gestione istituzionale, ma in questo caso è ancora peggio e sembra proprio di assistere a un dramma nel dramma.
Milioni bloccati
Con gli sms solidali erano stati raccolti dalla Protezione Civile ben 34,5 milioni di euro, cifra decisamente consistente che però, di fatto, non è stata utilizzata. Così la Corte dei Conti ha deciso di aprire un’indagine per accertare eventuali “danni pubblici dovuti alla mancata attuazione del piano di ricostruzione o all’omesso conferimento di incarichi”. I milioni raccolti dovevano essere impiegati per ristrutture o costruire edifici, per il 60% nella regione Marche, finanziando 94 progetti di ricostruzione piĂą altri interventi minori per un totale di 107 interventi. Soltanto 8 di questi sono stati portati a termine, mentre per altri 11 neppure è stato presentato il progetto.
L’indagine della Corte dei Conti
Parliamo di scuole, centri di aggregazione, strade, palestre, beni culturali. I luoghi terribilmente danneggiati dagli eventi sismici dovevano tornare alla vita e invece si ritrovano a dover attendere ancora la vergognosa lentezza di una macchina amministrativa che fa acqua da tutte le parti. Non a caso adesso la procura regionale della Corte dei Conti dell’Umbria intende verificare se vi siano stati “eventuali danni pubblici dovuti alla mancata o tardiva attuazione del piano di ricostruzione post sisma del 2016, all’omissione di incarichi tecnici nonchĂ© sulla mancata previsione sismica su mappe inadeguate”.
Le promesse di Conte
Il premier Giuseppe Conte promise azioni concrete quando si insediò, dopo un anno e mezzo non se ne vedono neppure le tracce. Lo scorso luglio lo stesso primo ministro si è detto consapevole “che la fase di ricostruzione può e deve procedere piĂą speditamente”. Due giorni fa è di nuovo passato alle promesse, garantendo “l’impegno alla ricostruzione materiale ed economica” da parte del nuovo governo. Al momento soltanto tante belle parole.
Eugenio Palazzini