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Terrorismo, sospetto jihadista fermato a Cuneo. Su Facebook si diceva "pronto alla morte"

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Cuneo, 30 mar – Un’altra operazione antiterrorismo, un altro sospetto jihadista fermato. Anch’egli immigrato. Un marocchino residente in Piemonte è infatti stato fermato in Piemonte dai Carabinieri del Ros e da quelli del Comando provinciale di Cuneo per terrorismo. L’immigrato è “fortemente indiziato” di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di far parte di una associazione terroristica.
Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, hanno passato in rassegna quelle che sono state definite “attività criminali” del marocchino, soprattutto i suoi tanti profili social, dove inneggiava all’attività jihadista e al martirio ed esaltava le gesta, il valore ed il coraggio dei combattenti in nome di Allah. Ilyass Hadouz, 19 anni, è stato bloccato a Fossano. Il suo nome d’arte, assunto dopo la radicalizzazione avvenuta nel febbraio scorso, era Ilyass El Magrebi. Su facebook scriveva che era “deprimente morire di vecchiaia” e che “ai miscredenti saranno destinati giorni neri che faranno imbiancare i capelli ai bambini”. Per questo si stava accingendo a compiere una nuova sfida.
Il fermo del marocchino è l’ennesimo esito di una serie di operazioni finalizzate allo smantellamento della minaccia terroristica in Italia. La settimana in corso ha visto infatti, con quella di stamattina, quattro blitz della polizia. Il primo a Foggia, dove è stato arrestato un italo-egiziano che indottrinava i bambini a sgozzare gli infedeli al centro culturale islamico. Poi è stata la volta di Torino, dove a finire in manette è stato Elmadhi Halili, considerato l’ideologo dell’Isis in Italia che stava studiano un attentato con un camion.
Ieri l’operazione più importante, con il fermo di cinque persone e l’arresto a Latina del principale complice di Anis Amri, il terrorista di Berlino. E dalle ultime notizie trapelate dall’indagine legata alla cellula italiana di Amri, composta quasi esclusivamente da tunisini, si è scoperto che i fermati stavano progettando un attentato alla stazione Laurentina della metro di Roma. Amri e i suoi connazionali discussero a lungo del piano, elaborato nel giugno del 2015, ma poi, per motivi ancora da scoprire, l’attentato contro la metro della linea B non fu portato a termine e rimase soltanto a livello teorico.
Anna Pedri
 
 
 
 

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