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Veneto in ginocchio. I luoghi della Grande Guerra devastati dal maltempo

by Lorenzo Zuppini
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Belluno, 1 nov – Belluno e la sua provincia, come tutto il Veneto, sono in ginocchio per il maltempo. Cento anni dopo i luoghi della Grande Guerra sono devastati dalla violenza della natura. Le foto che arrivano di quel poco che resta dei boschi sono impressionanti. “I boschi di Mario Rigoni Stern non ci sono più”, ha affermato Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto che con ulteriore amarezza nota come la devastazione è “resa ancor più dolorosa dal silenzio in cui questo evento è stato confinato dai grandi mass media e dalle televisioni nazionali. Si prova una sensazione di spaesamento vedendo il risalto dato ai panfili di Rapallo o alla strada provinciale di Portofino e le scarse, se non nulle notizie, di quanto accaduto nell’Altipiano dei Sette Comuni”.
Oltre ai già pesantissimi danni dei giorni scorsi questa mattina una frana di terra e fango ha completamente ostruito la strada regionale 203 che collega Cencenighe con Agordo. Al momento risultano isolati i comuni a nord dello smottamento, causato dalle piogge che continuano a cadere incessanti.
Finora il bilancio nel bellunese è di tre morti e circa trecento sfollati, mancano perfino i servizi essenziali: intere aree sono senza elettricità e senza linee telefoniche. Ai cittadini è stato chiesto di far bollire l’acqua. In alcune zone sono caduti 700 millimetri di pioggia. Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e sindaco di Longarone ha dichiarato che la morfologia è cambiata e che è ancora difficile stimare i danni reali, anche se si parla di una cifra vicina a un miliardo. Il sindaco di Taibon dice che la Valle di San Lucano, gioiello Unesco, è distrutta, cancellata nelle sue caratteristiche ambientali e idrogeologiche.
Intanto la frana del Tessina, il più grande smottamento conosciuto in Europa, si è rimessa in moto e spaventa: sono circa 4 milioni di metri cubi di materiale che incombono sulla piccola frazione di Chies d’Alpago. Tanto che la Regione Veneto ha messo a punto il piano di evacuazione per una quarantina di abitanti.
Anna Pedri

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1 commento

Orazio 2 Novembre 2018 - 7:46

Mai sentito parlare di geoingegneria…
Eppure sono anni che vanno avanti, nel silenzio generale.

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