Roma 24 giu — Gli inquietanti panorami distopici dipinti nella serie Netflix Black Mirror si fanno sempre più reali: ed è così che l’assistente vocale di Amazon Alexa ora sarà in grado di imitare e riprodurre la voce di qualsiasi persona, compresa quella dei defunti. La novità, che è stata presentata alla Re:MARS Conference di Las Vegas da Rohit Prasad, (vicepresidente senior della divisione degli aggiornamenti e dello sviluppo di Alexa), ha suscitato più di un’alzata di sopracciglia tra i presenti. A cominciare dalla dimostrazione pratica con cui è stata introdotta l’innovazione al pubblico: un video nel quale Alexa leggeva a un bimbo una favola con la voce della nonna morta qualche tempo prima. C’è chi si illumina d’immenso e chi fugge orripilato, difficile rimanere nel mezzo.
Alexa e la voce dei morti
Alexa impiega circa un minuti di ascolto di una determinata voce per poterla imitare alla perfezione: grazie alle innovazioni nel campo del machine learning il nuovo sistema è in grado di riprodurre i toni e i timbri di voce più diversi. «Possiamo chiamarla “L’età dell’oro per l’Intelligenza Artificiale – ha spiegato Rohit Prasad – Questa non può di certo far nulla per il dolore di una perdita, ma oggi può far sì che le memorie rimangano. Tantissimi, anche durante la pandemia, hanno perso le persone che amavano. Con questa funzione permettiamo loro di riascoltare la voce dei familiari e degli amici scomparsi».
Gli scogli di natura etica
Troppi rimangono però gli scogli di natura etica, oltre agli evidenti problemi di elaborazione del lutto che l’imitazione della voce di un defunto comporterebbe. Preoccupano, ad esempio, i risvolti nel campo audio dei deep fake (una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico), con i rischi correlati alla diffusione di fake news sempre più difficili da smascherare.
Cristina Gauri