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Da oggi rete internet più piccola: Facebook compra WhatsAp

by Federico Depetris
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wappRoma, 21 feb – Facebook ha nelle scorse ore portato a termine l’acquisizione della società proprietaria del servizio di messaggistica per smartphone WhatsApp.

I vertici di WhatsApp hanno accettato l’offerta di Mark Zuckenberg e soci, monetizzando circa 14 miliardi di dollari.

La complessa operazione prevede il versamento di 4 miliardi in contanti ai soci fondatori di WhatsApp ed i restanti 8 miliardi in azioni di Facebook. Grazie al considerevole numero di azioni del social network ai soci di Whats App, Jam Kroum, ex vice presidente del noto servizio di messaggistica per cellulari, entrerà nel Cda di Zuckenberg.

L’accordo prevede anche 3 miliardi di dollari in azioni da distribuirsi ai dipendenti di WhatsApp, che al momento conserveranno comunque il loro posto di lavoro.

Le cifre da capogiro sono giustificate dai numeri incredibili di WhatsApp, che arriverà nel prossimo futuro a connettere 1 miliardo di persone in tutto il mondo, garantendo a Facebook 450 milioni di nuovi contatti.

WhatsApp ha assicurato la sua clientela che i servizi non subiranno variazioni e che non sono previsti aumenti delle tariffe l’acquisto dell’applicazione.

Quando il Pentagono americano finanziò, durante la Guerra Fredda, la messa a punto di un sistema volto ad assicurare le comunicazioni e la conservazione di archivi e dati in caso di attacco nucleare, non poteva di certo immaginare che la ricaduta civile della nuova tecnologia avrebbe modificato radicalmente la vita quotidiana delle persone, il mondo delle comunicazioni ed i modelli organizzativi delle pubbliche amministrazioni e delle imprese.

La forza di internet sta nella sua struttura reticolare, potenzialmente estendibile all’infinito, in cui i singoli nodi (centri di ricezione ed emissione di informazioni e dati) si trovano su di un piano sostanzialmente paritario. Così internet è diventato il luogo della rapida diffusione di contro-informazioni, un luogo di esercizio del libero pensiero e di autodeterminazione.

Non sono mancati economisti che videro nella rete la piena realizzazione di quelle condizioni necessarie per la realizzazione di un mercato libero e capace di autoregolamentarsi secondo gli insegnamenti dell’economista britannico Smith.

Oggi gli economisti si devono ricredere. Il libero mercato di internet si è trasformato in un imbuto.

Google, ad esempio, ha la forza di decretare il successo o l’insuccesso di un’impresa.

Facebook, grazie anche all’acquisizione di WhatsApp, controlla un altro ampio settore di scambio di dati e informazioni.

Un numero esiguo di colossi delle nuove telecomunicazioni di fatto controlla pressoché tutto il traffico di bites in movimento sulla rete, con il rischio che ben presto i dati “scomodi”, potranno essere de-indicizzati, quindi ,se non rimossi, certamente nascosti.

Federico Depetris

 

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