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Ecco come l’Italia sta perdendo il treno del nucleare

by Filippo Burla
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energia nucleareRoma, 28 gen – Secondo uno studio condotto di recente dall’Enea, negli ultimi tre anni le imprese italiane hanno vinto contratti che assommano ad un miliardo di euro circa per progetti correlati alla fusione nucleare nell’ambito del progetto internazionale Iter (coordinato in Italia proprio dall’Enea, nel centro di Frascati). Contratti legati alla componentistica ad alta tecnologia che valgono quasi il 60% delle commesse complessive.

Il tema della fusione nucleare assume ed assumerà sempre più importanza. Leadership come quella russa e quella cinese si stanno muovendo decisamente in questa direzione. Il potere delle stelle, la capacità sostanzialmente di sfruttare l’acqua (da cui per elettrolisi si ricava l’idrogeno) come combustibile, la fine dell’annoso problema energetico è quindi la sfida che russi e cinesi hanno deciso di accettare.

Ultima in ordine di tempo è arrivata l’India, che si appresta ad avviare un programma di sfruttamento dell’energia atomica (secondo la tradizionale modalità a fissione) con tecnologia americana. La recente visita di Obama a Nuova Dheli ha affrontato, tra le altre cose, anche questo tema, per cercare di superare le problematiche regolamentarie legate all’impossibilità, per le aziende di Washington, di portare nel continente indiano impianti e combustibili.

Stando ai dati dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (aggiornati a giugno 2014), nel mondo sono attualmente in costruzione 72 reattori. Otto in più rispetto a soli tre anni prima, quando si verificò l’incidente nella centrale di Fukushima causato dallo tsunami che investì le coste giapponesi.

Enel gestisce, al momento, undici reattori suddivisi in cinque impianti fra Spagna e Slovacchia con complessivi 5.370 MW installati e, come rilevato dall’Enea, le nostre aziende sono leader nel settore. Il resto del paese resta invece alla finestra: la scelta compiuta con il referendum del 2011 ha precluso, per il momento, la possibilità che l’Italia possa tornare a breve a sfruttare l’atomo come fonte per la nostra sete di energia. Questo nonostante numerose ricerche abbiamo mostrato la convenienza dell’energia nucleare. Una per tutte, l’autorevole studio condotto da The European House – Ambrosetti, che quantifica in almeno 4 miliardi i risparmi ottenibili in bolletta stando al progetto varato, ma rimasto sulla carta, nel 2010.

Filippo Burla
Matteo Rovatti

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