Parigi, 4 gen — Che i rapper siano esseri umani volubili e decisamente poco prevedibili nelle loro capricciose sbandate, è fatto arcinoto, ma qui si rasenta la schizofrenia: parliamo di Gims, rapper di origini congolesi da sei milioni di copie vendute che, come molti suoi colleghi, ha fatto fortuna in territorio francese diventando la voce dei sans papiers senza porsi, al tempo stesso, ai margini di quel Paese che lo ha accolto.
La giravolta del rapper rifugiato
O almeno così sembrava fino al 26 dicembre scorso, quando è apparso sul primo canale della tv francese per raccontare il suo percorso di ex clandestino nato 35 anni fa a Kinshasa approdato Oltralpe per sfuggire alla dittatura di Mobutu. «Sono un figlio del popolo di Francia», aveva dichiarato con il cuore gonfio di riconoscenza per gli educatori che l’hanno cresciuto nel rispetto dei valori e della cultura francese.
Il figlio di Francia ci ripensa
Il cambio di rotta del rapper è avvenuto domenica 2 gennaio: anno nuovo, vita nuova, e così Gims — che nonostante «l’educazione francese» si è convertito all’islam nel 2004 — ha diffuso un video su Instagram nel quale chiedeva ai fan di smetterla di augurargli buon anno. «Per favore, lasciatemi in pace con i “buon anno nuovo” e così via. Non ho mai risposto, eppure voi continuate a inviarmi gli auguri per tutto gennaio e pure febbraio». E aggiunge: «E sono i muslim (musulmani) come me a farlo, ve lo ripeto, abbiamo le stesse convinzioni, fratelli, basta. Noi non festeggiamo queste cose, non fanno parte dei nostri valori». Poi se la prende persino con gli auguri di compleanno: «cosa c’è da rallegrarsi? Che si fa un passo in più verso la morte?».
Il «figlio del popolo di Francia» infine precisa: «Niente di cattivo, rispettiamo le convinzioni degli altri, ma non sono le nostre. Venite, concentriamoci un po’ sui nostri valori. Quando vedo dei grandi alberi di Natale a casa dei Mustafa, noto che in quelle case non si è abbastanza concentrati. Venite, ritroviamoci».
Valori muslim a targhe alterne
Valori «muslim» a targhe alterne per il nostro rapper, quindi: sì perché nei suoi video pieni di donnine discinte, macchinoni lussuosi e bevande alcoliche Gim invece pare non disdegnare quei simboli dell’Occidente capitalista tanto invisi al suo sistema valoriale se si parla di torte di compleanno e alberi di Natale.
Il rapper che imbarazza la destra
La boutade in chiave anti francese e pro islam del rapper ha provocato un piccolo terremoto nella destra d’Oltralpe: perché Gims, medaglia d’oro alla coerenza, ha sostenuto la candidata della destra gollista Valérie Pécresse alle elezioni regionali e lei da presidente dell’Île-de-France lo ha finanziato, con il chiaro intento di «mettere il cappello» sul «nuovo francese» modello di integrazione. Dalla Pécresse ancora nessun commento mentre il ministro di Macron alla Cittadinanza, Marlène Schiappa, chiede ora alla candidata di spiegare il grottesco comportamento del rapper augurando, nel contempo, «buon anno a tutti, compreso Gims».
2 comments
Semplicemente… manicomiale, non pericoloso, ma pur sempre manicomiale.
Chi vuole gli stessi usi e costumi del suo paese natale torni al suo paese natale.
Lapalissiano no? 😀