Roma, 15 nov – Diritti umani calpestati, diritti sociali invisibili, lavoratori immigrati sfruttati e morti bianche. Una lunga serie di vergogne che accompagnano ormai da dieci anni i Mondiali di calcio in Qatar, al via tra cinque giorni esatti. Una bufera scoppiata già nel dicembre 2010, quando nella sede della Fifa a Zurigo venne assegnata la ventiduesima edizione della Coppa del Mondo all’emirato del Golfo. Eppure proprio la Fifa, nonostante tutto, è riuscita a tacere, tergiversando, lasciando correre, fregandosene dello scandalo. Come mai? Perché gli affari sono affari, per la federazione internazionale che governa il calcio.
Mondiali in Qatar, la Fifa incasserà più di 5,4 miliardi
Basti pensare che, stando a quanto rivelato da Bloomberg, i Mondiali in Qatar porteranno nelle casse della Fifa più dei 5,4 miliardi di dollari dell’edizione russa del 2018. “L’aumento delle entrate arriva nonostante la preoccupazione che alcuni fan e sponsor boicottino l’evento – scrive Bloomberg -, in gran parte a causa del trattamento riservato dal Qatar ai lavoratori migranti che hanno contribuito a costruire gli stadi e le infrastrutture necessarie per mettere in scena il più grande spettacolo sportivo del mondo”.
Un piano da sceicchi
Per l’esattezza il governo qatariota ha tirato fuori la bellezza di 6,5 miliardi di euro per la costruzione di 8 nuovi stadi, costruendo addirittura una sorta di nuova città a nord della capitale Doha: si chiama Lusail e ospiterà la finale dei Mondiali nel nuovo di zecca Lusail Iconic Stadium (capienza: 86mila spettatori).
Il piano dell’emirato è però molto più ambizioso di quanto si pensi, va cioè ben oltre la coppa del mondo di calcio. Il Qatar National Vision 2030 è un progetto di sviluppo lanciato nell’ottobre 2008 dal segretariato generale dello Stato del Golfo. L’obiettivo dichiarato è “trasformare il Qatar in una società avanzata in grado di raggiungere uno sviluppo sostenibile” entro il 2030. Prevede la costruzione – in buona parte già avviata – di nuovi hotel, resort, centri commerciali e persino una nuova rete di trasporti sotterranea. La manodopera a basso costo, d’altronde, non manca.
I prezzi dei biglietti: +45% rispetto a Russia 2018
Rispetto a Russia 2018 i prezzi dei biglietti per assistere alle partite dei Mondiali hanno subito una vera e propria impennata: sono aumentati di oltre il 45%. Per la fase ai gironi si passa dai 100 euro per un posto standard ai 250 in tribuna. Per un quarto di finale le cifre lievitano: oscillano tra i 200 e i 400 euro. In semifinale si va dai 305 euro del ticket meno caro, agli 815 euro per un posto in tribuna centrale. E dulcis in fundo la finalissima del 18 dicembre: si passa da un minimo di 520 euro ai circa 1.600 euro per un biglietto in tribuna centrale. Affari, dicevamo, ma non proprio per tutti.
Eugenio Palazzini
5 comments
Da questo punto di vista è andata bene che non ci siamo. Hanno distrutto per “costruire” di più secondo i loro voleri pure in aree climaticamente non idonee; da questa esigenza nasce l’ arrogante, pretestuosa, invasiva, politica climatica global-accentratrice.
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[…] Non è però la prima volta che la Fifa finisce al centro delle polemiche per le sue scelte in questa Coppa del Mondo. Probabilmente per andare incontro al volere dei potenti sceicchi arabi, già ad agosto, la Fifa ha cambiato la data di inizio della Coppa del Mondo in modo che la prima partita del torneo si disputasse tra il Qatar e l’Ecuador. La partita, però, doveva essere giocata il 21 novembre come terza partita, con il Senegal contro l’Olanda che sarebbe stata la partita di apertura. Comunque sia, per andare incontro al ricco paese islamico del Qatar, la Fifa snaturalizza il senso stesso dei mondiali di calcio lasciando, è il caso di dirlo, a bocca asciutta migliaia di tifosi in trasferta. […]
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[…] la delusione per la prima partita di quelli che si prospettano come i suoi ultimi Mondiali, persa inaspettatamente contro l’Arabia Saudita, Messi si era caricato sulle spalle […]