Dalle sconfitte contro Uruguay e Costa Rica sembrano giĆ passati anni luce. La vittoria con l’Olanda, terza forza del recente mondiale brasiliano, ha fornito nuove energie e nuova fiducia alla nazionale italiana. L’Italia ĆØ tornata a essere Italia dimostrando che, anche in un momento di crisi, il ruolo della comparsa non ĆØ quello che le compete.
All’indomani del disastro brasiliano, su questo giornale ĆØ stato sferrato un durissimo attacco contro Prandelli, reo di aver subordinato qualsiasi tipo di progetto tecnico al vangelo internazionalista e ai suoi disegni politici. Da più parti sono piovute accuse nei nostri confronti: “Che colpa ha Prandelli se non nascono più campioni nel nostro paese?”. La partita di ieri, invece, ci ha dato ragione. Mentre il giornalismo italiano, ubriacato dal buonismo prandelliano e abetiano, invocava un selezionatore, possibilmente “politicamente corretto”, il progetto tecnico di Antonio Conte ha dimostrato come non siano necessari C. Ronaldo e Messi per essere competitivi. Una nazionale corta, aggressiva, dedita al sacrificio e veloce nelle ripartenze ha saputo mascherare, per il momento, l’assenza di top player.
E’ stato sufficiente, a fine partita, sentire le interviste di Zaza e Immobile per capire la differenza con il passato in cui alla star Balotelli veniva permesso qualsiasi cosa: i due hanno dichiarato di essere ben consapevoli della loro responsabilitĆ difensiva e dell’importanza di aiutare la squadra in qualsiasi momento della partita. Zaza e Immobile, due uomini nuovi, pronti a sudarsi la maglia per meritarsi l’Italia. Un’Italia che dovrĆ essere, secondo i dettami del nuovo commissario tecnico, orgogliosa, umile e cattiva. La parte dei buoni e simpatici, insomma, ĆØ stata subito messa da parte.
Per concludere, merita una nota positiva il nuovo presidente federale, il tanto criticato Tavecchio: la vittoria di ieri ĆØ un suo primo successo. Ricordiamo i motivi che portarono alla scelta del c.t.: “ServivaĀ un condottiero, un comandante, occorreva dare il bastone del comando a qualcuno che quando sente l’inno di Mameli abbia un brivido lungo la schiena…”.
Se a ciò,Ā aggiungiamo la modifica della norma sulla “discriminazione territoriale” negli stadi, non ci sono dubbi: il suo ĆØ stato un ottimo e incoraggiante inizio.
Insomma, buona la prima per l’accoppiata Conte-Tavecchio.
Renato Montagnolo
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