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Sei nazioni, l’Inghilterra espugna Cardiff all’esordio

by Francesco Pezzuto
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haskell

La terza linea inglese Haskell

Cardiff, 7 feb – Se ti trovi al Millenium Stadium di Cardiff, segui l’ultima azione del primo incontro del Sei nazioni e sugli spalti risuona il coro gospel Swing low, Sweet chariot puoi solo augurarti di non essere un gallese. Non è una questione di rugby, di classifica o di rivalità sportiva: è l’unico modo lecito per farsi la guerra senza morti e feriti (tranne quelli in campo), ma la sconfitta è lutto nazionale, pinte di birra amarissime e depressione. Al contrario, se sei un inglese, hai solo fatto il tuo dovere. Veni, vidi, vici ovale, perché bisogna sempre rimarcare la supremazia con i vicini di casa.

I gallesi partono bene, mettono a referto dieci punti in dieci minuti e, a occhio e croce, anche dieci punti di sutura sul volto martoriato di Biggar che, manco a dirlo, ha il dieci sulle spalle. Un monologo dei padroni di casa, che per gli inglesi non è buono neanche per trovare spunto per i numeri del bingo. L’Inghilterra si scuote, arranca e trova una meta su un’invenzione del redivivo estremo Brown che inventa un calcetto per Watson (elementare!) ma non convince appieno, e la prima frazione si chiude con un drop esemplare dell’apertura gallese e il punteggio fissato sul 16-8.

Biggar

L’apertura gallese Biggar, colpito duro nel primo tempo

Intervallo, birra, bagno, ancora birra e via alla ripresa. La squadra di Lancaster entra in campo con un altro piglio e imprime un ritmo diverso alla partita, e non è un caso che ad accelerare i giri del motore sia il mediano di mischia inglese, che si chiama Ford, perché nel rugby tutto torna, soprattutto nomi e simboli. I gallesi accusano il colpo, sugli spalti i daffodil iniziano ad appassire e Halfpenny, come sempre tra i migliori, subisce un brutto colpo che sembra rintronare tutti e quindici. Dall’altro lato la terza linea Haskell cerca la meta ma trova il palo, nel senso che ci va a sbattere sopra; Nick Easter entra in campo a 36 anni, felice come una Pasqua (nel rugby i nomi sono importanti) e fa crollare l’autostima di noi rugbisti da divano, già pronti per i tornei Old, mentre Ford non sbaglia più un calcio in mezzo ai pali.

Finisce 21-16 per l’Inghilterra che porta a casa la vittoria senza sfoderare un gran gioco, praticamente la partita perfetta per i tifosi del XV della regina. Nel pomeriggio tocca all’Italia, attesa da un confronto sulla carta proibitivo contro l’Irlanda, uscita in gran forma dai test match autunnali ma con qualche problema con i club nelle coppe. Gli oltre 60mila dell’Olimpico cercheranno di spingere capitan Parisse e compagni verso l’impresa e, sì, siamo già in clima partita e abbiamo meno voglia di scherzare.

Francesco Pezzuto

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