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Lautaro è letale, l’Inter alza la Supercoppa

by Marco Battistini
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Roma, 23 gen – Basta una zampata di Lautaro, quando tutti gli indizi sembravano portare ai calci di rigore. In pieno recupero l’Inter vince la Supercoppa italiana, aggiudicandosi così il primo trofeo della stagione. Ma vediamo com’è andata all’Al-Awwal Park di Riad.

Le formazioni iniziali

Mazzarri conferma il 3-4-3 che giovedì sera ha superato – non senza qualche brivido nella prima frazione – la Fiorentina. Perciò Gollini in porta, capitan Di Lorenzo con Rrahmani e Juan Jesus a completare il pacchetto arretrato. In mediana cerniera centrale formata da Lobotka e Cajuste, Zerbin a destra (Mario Rui in panchina), Mazzocchi sul versante opposto. Quindi Politano e Kvaratskhelia a supporto del confermato Simeone.

Rispetto all’impegno contro la Lazio, anche Inzaghi risponde con un solo cambio nell’undici iniziale. Fuori Bastoni – affaticato – dentro De Vrij. Davanti a Sommer, insieme all’olandese, ci sono Pavard e Acerbi (quest’ultimo nelle vesti di braccetto mancino). Poi Darmian e Dimarco, quinti di un centrocampo completato dal trio Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan. Il 3-5-2 nerazzurro vede, ovviamente, Thuram e Lautaro davanti.

Più Inter che Napoli nel primo tempo della Supercoppa

L’atteggiamento iniziale del Napoli costringe subito l’Inter a difendersi con una bassa linea a cinque. Politano a uomo su Calhanoglu imprigiona il cervello calciante dei nerazzurri. Con pochi spazi a disposizione il primo – e unico – squillo arriva da fuori. Ci prova Dimarco: al 15’ il suo mancino è fuori di un nulla. I meneghini, più puliti nelle uscite (molto meno dalla trequarti in avanti), riescono con il passare dei minuti ad alzare i giri del motore. Pur non creando occasioni, i detentori della Coppa Italia prendono metri. 

Gli azzurri si affidano alle rare folate di Kvaratskhelia, orfano di Osimhen – il nigeriano è impegnato in Coppa d’Africa. Sul fronte opposto Thuram, decisamente più vivace di Lautaro, ci prova senza riuscire a concludere (42’, imbeccato da Mkhitaryan) o non trovando la porta – di testa allo scadere.

La seconda frazione: Inter-Napoli finisce 1-0

Pronti via, ammoniti in poche battute Zerbin, De Vrij, Barella e Simeone – si aggiungono a Rrahmani e Calhanoglu. Contropiede Napoli al 51’, sempre Kvaratskhelia, vola Sommer in calcio d’angolo.

Inzaghi inverte le mezzali, l’Inter arriva alla conclusione, ancora con Thuram. All’ora di gioco l’episodio che cambia (e innervosisce) la gara: Simeone entra duro su Acerbi e rimedia il secondo giallo. I nerazzurri si stanziano così nella metà campo avversaria ma la ThuLa sembra avere le polveri bagnate. La girandola dei cambi manda in campo – tra gli altri – Frattesi, il giovane Gaetano e Raspadori. Di Lorenzo e soci si chiudono bene, il ritmo fisiologicamente si abbassa. Inzaghi rischia il 3-4-1-2: allo scoccare del 90’ la Beneamata sfonda a destra, Pavard trova Lautaro che – questa volta troppo solo – in piena area insacca.

E’ l’ottava volta che l’Inter conquista la Supercoppa. Il successo di Riad – terzo di fila, come il Milan degli invincibili – permette ai nerazzurri di staccare proprio i cugini rossoneri e di avvicinare nel pallottoliere la Vecchia Signora (nove affermazioni). Simone Inzaghi ne conta già cinque: superati, in tal senso, due mostri sacri del nostro pallone come Lippi e Capello. Per il piacentino ora la sfida più difficile: vincere il testa a testa con l’agguerrita Juventus e – in caso di conquista dello scudetto – certificare il proprio percorso di crescita. Vincere è l’unica cosa che conta, direbbe, a ragione, l’eterna rivale. In mezzo troviamo tutta la differenza tra un buon tecnico ed un grande allenatore. È già tempo di rituffarsi nel campionato…

Marco Battistini

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