Roma, 15 gen – In Olanda si è dimesso il governo guidato da Mark Rutte. A renderlo noto è il quotidiano Volkskrant, secondo cui il premier olandese presenterà le dimissioni al Re. Non si tratta propriamente di un fulmine a ciel sereno, perché la caduta dell’esecutivo era già stata annunciata in settimana quando alcuni partiti che compongono la maggioranza di centrodestra avevano lasciato intendere che lo scandalo legato ai sussidi per l’infanzia avrebbe compromesso la tenuta del governo. Il terremoto politico non ha tardato ad arrivare, conseguenza inevitabile soprattutto in seguito alle dimissioni presentate ieri da Lodewijk Asscher, leader del Partito laburista (PvdA) all’opposizione.
Olanda, lo scandalo sul bonus infanzia
Quest’ultimo era ministro per gli Affari sociali e l’occupazione nel governo guidato da Rutte fra il 2012 e il 2017. Fu in particolare in quel periodo che migliaia di famiglie olandesi furono costrette a restituire i sussidi ottenuti, dopo essere state accusate del tutto ingiustamente di averli percepiti in modo illegittimo. In pratica i funzionari del fisco accusarono circa 20mila famiglie di frode, costringendole a indebitarsi per rimborsare le indennità per l’infanzia. Il legale delle famiglie gravemente danneggiate, Vasco Groeneveld, martedì ha sporto denuncia contro tre ministri dell’attuale governo e due ex ministri. Con le dimissioni del leader laburista la tensione politica è arrivata alle stelle, generando una pressione sull’esecutivo evidentemente non più gestibile.
La caduta del “frugale” Rutte
Rutte, appartenente al Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), è premier dal 14 ottobre 2010. E’ dunque al timone dei Paesi Bassi da più di dieci anni ed è in assoluto il leader europeo più longevo dopo Angela Merkel. Il primo ministro olandese, dopo aver annunciato le dimissioni del governo, ha promesso che le famiglie raggirate verranno risarcite. “Deve essere organizzato un risarcimento economico per i genitori. Non si può sbagliare di nuovo”, quindi verrà “introdotto un nuovo sistema di indennità”. Rutte ha poi precisato che “il meccanismo raccolta delle informazioni deve essere radicalmente rivisto”.
Ma la caduta del terzo governo Rutte non significa che in Olanda si andrà automaticamente al voto anticipato. L’attuale esecutivo potrebbe infatti rimanere al suo posto fino al prossimo 17 marzo, quando sono previste le prossime elezioni amministrative. Nei prossimi due mesi la compagine governativa resterebbe a galla per il disbrigo degli affari correnti. In ogni caso è giunta all’epilogo la parabola di Rutte, il falco dei Paesi Ue autodefinitisi “frugali”. Lo ricorderemo in particolare per la sua strenua opposizione al concedere sconti nella trattativa Ue per gli aiuti alle nazioni europee maggiormente colpite dall’epidemia di coronavirus. “No a contributi a fondo perduto, sì solo a prestiti. E la prossima volta l’Italia deve imparare a farcela da sola“, tuonò Rutte a luglio scorso.
Eugenio Palazzini
2 comments
In piena pandemia (?!) il governo olandese si può dimettere e quello italiano no, perché nascerebbe un problema di sopravvivenza.
[…] Tuttavia, nelle scorse settimane l’ormai ex governo olandese è stato travolto da uno scandalo e costretto a dimettersi dopo che più di 20mila famiglie hanno dovuto restituire, in certi casi indebitandosi, sussidi cui […]