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Wikileaks finisce in gender: Obama concederà la grazia a Bradley “Chelsea” Manning

by Carlomanno Adinolfi
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Chelsea ManningRoma, 18 gen – Il mandato presidenziale di Barack Obama è oramai agli sgoccioli, il 20 gennaio il nuovo presidente eletto Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca, eppure l’oramai ex – ma tuttora in carica – presidente democratico sembra voler far ancora parlare molto di sé negli ultimi giorni della sua carica.

L’espulsione di 35 diplomatici russi come risposta al presunto hackeraggio russo che avrebbe addirittura, secondo i sostenitori della sconfitta Hilary Clinton, influenzato le elezioni presidenziali, sembrava dover essere il definitivo triste epilogo della sua disastrosa politica. Invece al suo penultimo giorno da presidente, Obama è sembrato voler dare un segno distensivo e un messaggio più adatto all’aura di “presidente buono” cucitagli intorno dalla stampa internazionale. Come ultimo atto della sua presidenza infatti Obama ha voluto infatti concedere la grazia a Chelsea Manning, in carcere dal 2010 e condannata nel 2013 a 35 anni di carcere per aver venduto documenti segreti a WikiLeaks.
Ma più che un tentativo di distensione nella recente guerra informatica – che però non sembra placarsi affatto, visti i botta e risposta tra l’ex vice direttore della Cia Michael Morell e la portavoce del ministro degli Esteri russo Maria Zhakarova riguardo il prolungamento di ulteriori due anni del permesso di residenza di Snowden in Russia – l’improvvisa scelta di graziare Chelsea Manning sembra avere altri risvolti politici.

Il mese scorso erano state infatti raccolte più di 100.000 firme per la commutazione della pena di Chelsea Manning che nel 2016 aveva tentato il suicidio due volte. Il tutto per il “paradosso” che vede Chelsea Manning rinchiusa in un penitenziario maschile. Infatti Chelsea Elizabeth Manning risponde a questo nome solo da subito dopo la sentenza di condanna. Prima il suo nome era Bradley Edward Manning, militare con cittadinanza britannica e analista dell’intelligence, ruolo grazie al quale ha potuto divulgare centinaia di migliaia di documenti militari e diplomatici. Bradley infatti, una volta condannato, ha annunciato di sentirsi donna e ha cambiato il nome in Chelsea Elizabeth e prima di tentare il suicidio nel 2016 aveva fatto lo sciopero della fame chiedendo copertura finanziaria per cambiare sesso e poter essere trasferito nel carcere femminile. Insomma una torbida storia diplomatica che ha rischiato di scatenare una guerra fredda e condita con un po’ di sana politica gender: Obama non avrebbe potuto chiedere di meglio per chiudere la sua presidenza.

Carlomanno Adinolfi

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Pino Rossi 19 Gennaio 2017 - 11:55

Furbissimo Bradley. Grande la mossa di cambiare sesso. Sfrutta l’idiozia del nemico.

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