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Scandalo Volkswagen: Berlino e Washington ai ferri corti

by La Redazione
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volkswagenRoma, 23 set – Il governo tedesco sapeva della truffa della Volkswagen? È questa la domanda cruciale che si stanno ponendo in molti, dentro e fuori la Germania, dopo lo scandalo sulle emissioni truccate.
Venerdì scorso, la United States Environmental Protection Agency (EPA) ha comunicato che la casa automobilistica avrebbe illegalmente installato un software di manipolazione progettato per aggirare le normative ambientali sulle emissioni di NOx (Nitrato di ossido, altamente dannoso alle vie respiratorie e causa dell’ozono a livello terra).
In condizioni di guida normali, le autovetture avrebbero superato di 40 volte il limite consentito dalla legge per quanto riguarda l’inquinamento.
In totale sarebbero 11 milioni le auto Volkswagen truccate in giro per il mondo. Angela Merkel ha chiesto alla casa tedesca di “fare chiarezza”, ma secondo Die Welt, il governo tedesco sarebbe stato da tempo a conoscenza della manipolazione.
Mentre il titolo crolla in Borsa, l’amministratore delegato della casa, Martin Wikterkorn, ha chiesto scusa per la “cattiva condotta” e ha promesso “franchezza e trasparenza massime” e domandato “fiducia per andare avanti”. Ma c’è chi ha ipotizzato una sua sostituzione a breve.
Lo scandalo ha un’evidente portata politica e c’è chi potrebbe parlare di un dispetto Usa alla Germania, con la quale qualche screzio nei tempi recenti c’era pur stato. La vicenda è nata allorché l’Epa, l’agenzia per l’ambiente americana, ha preteso di conoscere l’identità delle auto prese in esame per il mercato Usa a proposito di un rapporto stilato dall’ong ICCT e un centro studi dell’università del West Virginia. Ong e centri studi sono spesso dei cavalli di Troia per manovre di questo tipo.
La truffa, beninteso, viene ormai ammessa dagli stessi vertici della casa di Wolfsburg, quindi il complottismo esasperato non ha ragion d’essere. Tempi e modi dello scoop potrebbero invece essere stati modulati per esigenze politiche. Del resto si parla anche di altre aziende le cui emissioni non sarebbero in regola. Come spesso accade, potrebbe essersi trattato di una manovra che prende spunto da un caso reale e lo sfrutta e lo amplifica per motivi diversi. Sia come sia, adesso i rapporti fra Washington e Berlino sono sempre più complicati.
Giorgio Nigra

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