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Se (anche) il governo Draghi dimentica lo sport…

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Roma, 7 mar – A distanza di settimane dal giuramento dei ministri, il nuovo governo non ha ancora incaricato alcuna figura per la gestione della complessa situazione in cui versa il settore sportivo. All’eliminazione del ministero dello Sport ha fatto seguito l’annuncio di voler delegare alla materia un sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ad oggi, tuttavia, (ancora) assente.

Anche lo sport è rimasto a secco (e senza indennizzi)

Al fine di ottenere adeguata ripartenza del tessuto economico italiano servirà aiutare e rilanciare anche il settore dello sport. Una fonte non solo di salute, ma anche di ricchezza. Nel nel 2020 circa il 70% (8,5 mld) del fatturato 2019 (12 mld) è andato perso per i 100mila centri sportivi del nostro territorio. Inoltre, le chiusure che si prospettano per l’anno in corso comporteranno ulteriori difficoltà economiche per i lavoratori. Non vi è infatti ancora alcuna certezza su date e modalità di possibile riapertura per palestre, piscine e centri sportivi. Il tutto nell’assenza, ad oggi, anche di indennizzi adeguati.

Oltre al settore amatoriale e dilettantistico, ormai fermo da marzo 2020, desta preoccupazione anche la crisi economica dei reparti professionistici. Il mondo dello sport ad alti livelli è da considerarsi un’industria strategica da preservare, incentivare e valorizzare. Il solo business del calcio professionistico produce circa 4 miliardi di euro l’anno, senza considerare l’enorme indotto. La perdita complessiva stimata dalla Figc per la sola Serie A alla fine di questa stagione sfiorerà i 900 milioni di euro.

Tale crollo è da addebitare principalmente all’interdizione dei tifosi dagli stadi, che avrà un impatto del 60% sulla perdita. Inoltre, dato l’appeal notevolmente inferiore rispetto al passato, il settore ha subito anche una diminuzione delle sponsorizzazioni e degli introiti televisivi. Urge annotare a riguardo la scelta coraggiosa e saggia del governo russo: esso già nello scorso autunno permise ai tifosi di tornare allo stadio con un limite di capienza degli impianti superiore al 50%.

Al di là della drammatica situazione in cui versa il mondo dello sport, è da segnalare come la carenza di attività fisica comporterà gravi disagi soprattutto nelle fasce giovanili: per bambini ed adolescenti lo sport rappresenta una valvola di sfogo, di benessere ed integrazione sociale da troppi mesi proibita. Sarebbe doveroso permettere ai più giovani di svolgere attività sportiva, incrementando la difesa della salute da rischi più gravi del covid e permettendo il rilancio di un settore in ginocchio.

Tommaso Alessandro De Filippo

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