Roma , 23 apr – La propaganda pro immigrati sulle reti Mediaset ormai non fa quasi più notizia. Dopo “Le Iene”, trasmissione da sempre schierata da sempre in sostegno delle tesi immigrazioniste e dell’accoglienza, che di recente arrivò addirittura ad aiutare “fisicamente” i profughi nelle traversate della speranza nel mare Egeo, ci fu il caso di Rete Quattro, che in piena emergenza profughi qualche mese fa, realizzò un vero e proprio spot che sembrava fosse concepito direttamente de Emergency o da qualche Ong di Soros. Ora è il turno di Ciao Darwin, trasmissione dallo spirito “trash” che ieri sera ci ha regalato un altro momento di alta televisione. La puntata prevedeva due squadre in competizione, quella degli “italiani” e quella degli “stranieri”.
Ad un certo punto una ragazza dai tratti orientali (ma nata in Austria e vissuta in Italia) non regge l’emozione e scoppia in lacrime perché da sempre “tutti la prendono in giro per i suoi tratti da straniera”. A quel punto interviene il saggio presentatore Paolo Bonolis, che con una scenetta evidentemente preparata accompagna la ragazza tra i banchi degli italiani, spostando al tempo stesso una ragazza italiana tra i banchi degli stranieri. Tra le ovazioni del pubblico che gridava “Paolo!Paolo!”, Bonolis ci ha regalato un sermone buonista in cui affermava rivolgendosi agli stranieri che “evidentemente se voi siete qui a Ciao Darwin e state giocando insieme a loro (gli italiani), probabilmente questa immensa differenza che ci continuano a dire c’è, in realtà non c’è”.
Che sciocchi noi che cerchiamo le risposte ad una questione senza precedenti, che parliamo di Grande Sostituzione dei popoli europei e di quegli “orpelli” come l’identità. Se possiamo prendere parte a qualche trasmissione demenziale in fondo siamo tutti un po’ uguali, perché non ci avevamo pensato prima?
https://www.youtube.com/watch?v=C5eHS0q1hZA&feature=youtu.be
Davide Di Stefano
3 comments
Bonolis è un altro pagliaccio, si finge acculturato mentre ha campato (profumatamente pagato) su programmi ridicoli e demenziali, e la faccia di merdia di erigersi a guru. Ma in fin dei conti non me la prende neanche tanto con lui, e il suo lavoro da guitto televisivo. SIAMO NOI che diamo credito a questi personaggi, seguiamo come pecorelle ammaestrate, gli attorini, le attricette, le vallette, gli sportivi, i guitti televisivi, gli scrittori pseudo-illuminati, gli sciamani orientalisti, i romanticoni d’accatto, per finire poi a commuoverci per i loro discorsi puerili, da beoti sognatori a cominciare dalla viscida popstar di nome Jorge Bergoglio.
E con questo che si arriverà al governo mondiale e al genocidio dei popoli bianchi. Con i volti rassicurati e teneroni, gesuiti della nuova religione mediatica.
P.S: La ragazzetta non mi commuove, più che cittadina italiana aspira a diventare cittadina del degenerato Occidente di cui “ciao darwin” (Darwin si sta rigirando sulla tomba su come impropriamente si usa il suo nome) è uno dei suoi esempi fulgidi. Inoltre vorrei ricordare che nel suo paese (quello vero), gli stranieri invece delle “prese in giro” (forse affermazioni di verità), subisicono direttamente il genocidio (vedasi Tibetani). Saluti ragazzetta!
Concordo in pieno con le sue parole; non ci sono dubbi che il sedicente sig Bonolis sia semplicemente un guitto televisivo, che campa da decenni su Tv tra la più trash del gruppo mediaset; il problema è che, proprio come sottolinea lei, se fino ad oggi è riuscito ad imporsi è evidente che c’è dietro un pubblico, che lo segue e che lo sostiene, apprezzando i suoi atteggiamenti da guru di periferia.
Certo, non sanno più cosa inventarsi pur di inculcare nei (pochi) neuroni dell’ italiota medio la “giustezza” degli atteggiamenti immigrazionisti, buonisti, mondialisti, ecc.-isti…
D’accordissimo anche io. Per questo non ho la tv da circa 10 anni. E’ in mano ai banksters mondialisti stranieri e ai loro burattini con il fine di lavare il cervello agli italiani per fargli vergognare anche solo di pensare con la loro testa a cose non in linea con la “moda” spazzatura che viene propinata