Roma, 11 dic – La deriva orwelliana del governo francese riguardo alla gestione degli affari interni ha superato ormai il livello di guardia. Ieri, con una noncuranza e una superficialità allarmanti, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato che presenterà a breve in Consiglio dei ministri la sua proposta per sciogliere Academia Christiana, movimento cattolico. Per Darmanin, tale gruppo sarebbe noto per “i suoi appelli all’odio e alla discriminazione”, anche se il ministro si è ben guardato dall’entrare nel merito. Darmanin ha anche annunciato che “almeno altri tre gruppi di ultradestra” sarebbero nel mirino dei servizi di sicurezza, senza però dare altri dettagli.
Libertà di pensiero e Francia di Macron non vanno d’accordo
La facilità con cui, nella Francia di Macron, si può restringere la libertà di pensiero e di associazione non può non destare allarmi e, se misure analoghe venissero prese in Stati più ai margini della “comunità internazionale”, c’è da giurare che nel mondo si leverebbero “vibranti proteste”. Il caso specifico, poi, è particolarmente inquietante. Academia Christiana, infatti, non è mai stata accostata a fatti di violenza. E anche nelle sue espressioni puramente verbali non pare affatto incline a eccessi dialettici, pur portando avanti un pensiero forte. Che il ministero dell’Interno di un Paese come la Francia, con serissimi problemi di terrorismo islamico e di ordine pubblico legati all’immigrazione, possa calare la sua mannaia su un tranquillo movimento cattolico identitario è un fatto che si commenta da sé. La (sacrosanta) reazione di molti giovani francesi ai fatti di Crépol e all’omicidio del giovane Thomas ha del resto fatto indossare l’elmetto a Darmanin, che pare convinto che a spingere il Paese verso la guerra civile siano i gruppi identitari e non l’installazione violenta di milioni di allogeni.
La solidarietà ad Academia Christiana e la risposta del movimento: “Andremo in tribunale”
Ad Academia Christiana è arrivata la solidarietà di Eric Zemmour, che su X ha scritto: “Lo Stato di diritto sotto Darmanin non significa espellere i jihadisti, sparare sui criminali che minacciano la polizia, sciogliere la Jeune Garde (un movimento antifascista più volte protagonista di aggressioni, ndr), ma lasciar prosperare i Fratelli musulmani e sciogliere delle associazioni pacifiche schioccando le dita”.
Sul suo sito, Academia Christiana ha risposto a Darmanin con un comunicato: “Il tentativo di scioglimento annunciato dal ministro dell’Interno è una pietra in più aggiunta all’edificio della menzogna. Poiché si tratta di manipolare l’opinione criminalizzando ogni sussulto salutare del nostro popolo. Volendoci sciogliere, il governo se la prende una volta di più con i cattolici che considera come cittadini di seconda fascia. Comprendete bene che oggi il governo francese ha deciso di impedire ogni pensiero o riflessione al di fuori dell’ideologia laicista e materialista. In un momento in cui colpi di coltello volano mattino, pomeriggio e sera, la priorità della Repubblica è di sciogliere un istituto di formazione i cui quadri sono onesti padri e madri di famiglia”. Il movimento aggiunge poi che “andrà nei tribunali per contestare questa procedure assurda che manifesta una volta di più il fatto che stiamo uscendo dallo Stato di diritto”.
Adriano Scianca