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Mario Scelba: il massacratore di operai diventato idolo della sinistra

by La Redazione
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Roma, 22 feb – Per ultima arrivò anche la rivista rock’n’roll. Sembra di sognare, quando si legge su una testata chiamata Rolling Stone una tale lagna perbenista e poliziesca sul pericolo fascista e sulla necessità di mettere tutti in galera e far applicare le leggi. Quali? Ma la legge Scelba, è ovvio. È ormai un mantra continuo: legge Scelba di qua, legge Scelba di là. È quindi ufficiale, la sinistra ha eletto a suo nume tutelare il buon vecchio Mario Scelba.
E pensare che nel 1991, quando morì, Repubblica lo descrisse così: “Per almeno un decennio fu la personificazione del Nemico, il simbolo della repressione Dc contro tutto ciò che fosse o apparisse ‘sovversivo’ nell’Italia povera degli anni ‘ 40 e ’50: picchetti di operai e braccianti che occupavano le terre, disoccupati in corteo e amanti senza una casa o una macchina per stare insieme”. Eccolo, il vostro idolo: il creatore della repressione in persona, la quintessenza della politica antipopolare della Democrazia Cristiana, il mandante delle manganellate e delle uccisioni di operai e manifestanti.
Ma chi era, questo Mario Scelba che un tempo massacrava la sinistra e oggi è dalla stessa portato in trionfo? Scelba nasce in Sicilia, a Catagirone nel 1901 da una famiglia piccolo borghese. Vicino a don Luigi Sturzo, sarà lui, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, a scrivere il primo documento programmatico della Democrazia cristiana. Nel dicembre 1945 divenne ministro delle Poste e delle telecomunicazioni nel primo governo De Gasperi. Eletto nel 1946 deputato all’Assemblea Costituente nel collegio di Catania, fu nominato ministro dell’Interno da De Gasperi il 2 febbraio 1947. È in questa veste che Scelba riorganizza la macchina repressiva dello Stato, in chiave tanto antifascista (è del 1952 la sua legge contro l’apologia di fascismo) che anticomunista. Non fu lui a creare il reparto della celere, ma sotto la sua guida i reparti mobili della polizia crebbero perfezionando l’equipaggiamento (furono dotati di mitragliatrici pesanti e addirittura di mortai) e distinguendosi come un vero e proprio reparto di pronto impiego militare.
Per volere di Scelba, gli effettivi della polizia, dal luglio ’47 al gennaio ’48, aumentarono fino a raggiungere una forza complessiva di 70 mila uomini. Fu sempre lui che ricostituì il casellario politico centrale. Le feroci repressioni degli scioperi dell’immediato dopoguerra furono tutte eseguite secondo sue precise disposizioni. Secondo i dati della segreteria nazionale del Partito Comunista, negli anni della gestione Scelba del ministero degli Interni, gli scontri lasciano sul terreno oltre cento morti e migliaia di feriti. Eccolo qua, l’idolo della sinistra.
Giorgio Nigra

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1 commento

Tony 22 Febbraio 2018 - 8:59

…..ma perché? I comunisti sono democratici? Dicitura completa del PC – DITTATURA del proletariato…la barzelletta dei dirigenti del PC che ”firmano la costituzione” non era altro che una mossa ”strategica per sedersi sulle poltrone..Sapevano benissimo (e non ci tenevano ) che la ”rivoluzione comunista” in italia non ci sarebbe mai stata..Se per sbaglio avessero vinto un’ elezione nazionale avrebbero fatto carte false per ”perderle”….per due motivi: 1 sapevano d’avere il fiato sul collo degli USA..2 non ci tenevano affatto ad avere il fiato sul collo della ”Unione Sovietica”….

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