Quanto all’utero in affitto, ha spiegato che “occorre interrogarsi sull’utilizzo di queste biotecniche e comprendere il desiderio di avere un figlio che non è un diritto ma un desiderio umano che finalmente può essere esaudito. Perché impedirlo? Sembra che qui in Italia un bambino senza madre non possa sopravvivere. Ma se il bambino è a conoscenza di chi l’ha generato e con lei mantiene un rapporto di familiarità allora non ha perplessità sulle sue origini e cresce sereno anche con due padri”. Ma tutte queste congetture, al giudice, chi gliele ha chieste? Non dovrebbe limitarsi ad applicare leggi che, in Italia, non prevedono la stepchild adoption? Insomma, il magistrato ha tranquillamente ammesso il ruolo auto-attribuitosi di supplente della politica. Ovviamente la natura autoritaria di questa deriva sfugge completamente all’opinione pubblica debitamente indottrinata. Si riflette solo sul fatto che “l’amore trionfa”, non sul fatto che cose illegali in Italia vengono autorizzate senza alcun controllo da parte della politica. Quando ci si accorgerà della piega che possono prendere certe cose sarà, al solito, troppo tardi.
Giorgio Nigra
1 commento
Tutto condivisibile ciò che è stato scritto nell’articolo, ma il P.M. perché non ha appellato la sentenza? Allora sono in due i magistrati che non hanno capito bene il loro ruolo!