Roma, 3 ott – Romário de Souza Faria, meglio noto semplicemente come Romario, è stato una leggenda del calcio e tra gli attaccanti più forti della storia. Ma non solo, l’ex calciatore brasiliano si è candidato con il Partito Liberale del presidente uscente Jair Bolsonaro ed è stato eletto senatore nell’ultima tornata elettorale.
La carriera politica di Romario
Dotato di tecnica sopraffina, dribbling fulminante e fiuto per il goal, tanto da essere il quarto miglior marcatore nella storia del calcio con più di 750 reti, Romario è stato sicuramente uno dei giocatori più talentuosi della sua generazione. In Italia suscita ancora brutti ricordi per quella sciagurata finale di Usa ’94, quando la nazionale azzurra perse i mondiali proprio contro il Brasile di Romario, il quale peraltro ha firmato uno dei rigori decisivi.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Romario ha intrapreso un’intensa attività politica. Una parabola piuttosto particolare, che lo ha vista militare inizialmente nelle fila del Partito Socialista Brasiliano, con cui è stato eletto in Parlamento nel 2010 e riconfermato nel 2014, per poi passare ai centristi di Podemos, ex Partito Laburista Nazionale, ed infine approdare nell’aprile del 2021 al Partito Liberale di Bolsonaro. In un’intervista, Romario ha spiegato in questo modo il suo sostegno al presidente brasiliano: “Difende la famiglia e questo è molto importante per me. È contrario all’aborto e alla legalizzazione delle droghe. È spontaneo, vuole che il Brasile vada avanti”.
I legami tra calcio e Bolsonaro
Una presa di posizione che potrebbe forse sorprendersi, visto quanto siamo abituati a influencer che patteggiano per il campo progressista e lanciano anatemi verso i politici di destra. Ma che sorprende meno in Brasile, dove molti calciatori hanno espresso il proprio apprezzamento per Bolsonaro, dalla stella del Paris Saint-Germain, Neymar, all’esterno della nazionale Lucas Moura, passando per Felipe Melo, roccioso mediano con diversi trascorsi italiani. Anzi, la maglia della Seleção è divenuta un vero e proprio simbolo politico, con Bolsonaro che ha invitato i propri sostenitori a recarsi al seggio con la maglia della nazionale carioca. Il motivo era quello di sconfessare i sondaggi al ribasso, dando un prova tangibile del reale numero degli elettori. I sondaggi infatti davano Bolsonaro sotto il 10%, lontanissimo da quel 43% che ha poi ottenuto
Michele Iozzino