Non è la prima volta che i minorenni arrivati in Sardegna con l’immigrazione selvaggia degli ultimi tempi si rendono protagonisti di reati, anche gravi: il 14 luglio un’altra banda, formata da 5 sudanesi sfasciava gli uffici della Caritas cagliaritana danneggiando arredi e infissi, picchiava due operatori e costringeva alla fuga un medico. Soltanto il giorno dopo, però, gli operatori si sono persuasi a chiamare la polizia, quando, dopo essere stati nuovamente picchiati, non sono riusciti a far scendere da un pullman della Caritas i 5 sudanesi che vi si erano asserragliati per esigere essi stessi il proprio rimpatrio. Sono stati in seguito arrestati per estorsione, percosse, lesioni, minacce e falsa attestazione e trasferiti dall’hotel che li ospitava al carcere minorile di Cagliari.
Il 25 dello stesso mese, sempre a Cagliari, è stato il turno di un altro minorenne gambiano, accolto anch’esso in una struttura ricettiva dell’isola: è stato identificato come scafista e non è ancora chiaro se a sparare con una pistola alle gambe di un connazionale che trasportava con la sua imbarcazione sia stato lui, il suo complice nigeriano di 30 anni o un terzo trafficante libico, che avrebbe organizzato il viaggio verso l’Italia e sarebbe rimasto in Africa. Entrambi gli scafisti sono stati arrestati dopo una minuziosa indagine della Questura in cooperazione con la Guardia di Finanza. Ma anche per questo reato c’è un precedente in Sardegna: il 6 giugno un minorenne egiziano è stato individuato tra i 7 scafisti che trasportavano su un malandato peschereccio ben 392 persone verso l’ Italia. Sbarcati a Porto Torres dalle navi che li hanno “salvati” al largo delle coste libiche, anche loro sono stati identificati e arrestati con l’accusa di traffico di esseri umani.
Chissà se questi episodi cambieranno l’impostazione che diversi giornali locali adoperano per dare notizia dei continui sbarchi nell’isola: il titolo, accanto al numero di “migranti” complessivi in arrivo, specifica quasi sempre la percentuale di “bambini”\”bimbi” soccorsi; termini e dati a dir poco impropri, visto che sono riferiti a tutti i minorenni e sedicenti tali presenti a bordo dei barconi. In alcuni casi “quasi tutti diciassettenni”, come ammesso da una delegata di Save The Children per indicare i 100 “bimbi” sbarcati assieme a 637 adulti il 26 giugno a Cagliari. Ma, certo, bisognerà pur disinnescare in qualche modo sul nascere le contestazioni sempre più accese che i sardi muovono alle politiche immigrazioniste. Non resta che vedere quanto a lungo regge il gioco.
Vittorio Susinno
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