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Coronavirus, bel gesto dei tassisti: corse gratis per i medici dello Spallanzani

by La Redazione
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Roma, 23 mar – In questi giorni di grande allarme sociale e di emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, abbiamo più volte sottolineato la principale causa del tragico momento che stiamo vivendo: la devastazione della sanità pubblica, sistematicamente disarticolata per ragioni di bilancio da quando abbiamo iniziato a cedere la nostra sovranità politica e monetaria. Quasi 40 miliardi di tagli che oggi pesano come macigni sulla crisi in atto. Questa grave situazione dimostra quanto sia stato nefasto piegarci alle follie liberiste e quanto invece sia importante investire nel settore pubblico.

Lo stiamo vedendo nella sanità ma anche nella produzione industriale, con la fatica che stiamo facendo a reperire strumenti adeguati a difenderci dal virus. Il caso delle carenza di mascherine ne è un lampante esempio. Nonostante per anni siano stati puntualmente vilipesi, nel tentativo di convincere i cittadini che fosse necessario continuare a fare tagli, gli operatori sanitari stanno dimostrando grande professionalità e coraggio, mantenendo, tra mille difficoltà, il proprio posto di lavoro a testa alta e facendoci sentire orgogliosi di essere italiani. A loro non può che andare il più sentito ringraziamento da parte di tutti noi.

Il gran gesto dei tassisti romani

Ringraziamento che possiamo estendere anche ad altri lavoratori del settore pubblico, che in questi giorni si sono messi a disposizione dando il proprio contributo oltre alle loro normali competenze. Stiamo parlando della bella storia dei tassisti romani, che hanno deciso di organizzare un capillare servizio di trasporto gratuito dei medici e di tutto il personale infermieristico dell’ospedale Spallanzani. Un contributo importante, un aiuto che permette a chi è impegnato sul campo di recarsi in velocità e sicurezza ad assistere le persone colpite dal coronavirus. Stiamo parlando di una categoria, quella dei tassisti, che svolge un servizio pubblico essenziale, con gli oneri e gli obblighi tipici che ne derivano, attraverso il quale viene garantito un diritto basilare dei cittadini, quello alla mobilità, con prestazioni e tariffe che esulano dallo specifico contesto in cui si svolge e quindi non sono prettamente riconducibile a una logica di mercato.

Ipocriti fuori tempo massimo

Oggi sono in molti a tentare di salire sul carro, ringraziando i lavoratori del servizio taxi per questa importante iniziativa, ma di fronte a questo non si può non sottolineare l’ipocrisia di certa politica. Come altre tipologie di servizio aventi in Italia la stessa natura pubblica, nel corso degli ultimi due decenni il trasposto pubblico non di linea è stato attaccato al fine di consentire, mediante un processo di destrutturazione preceduto sempre da specifiche campagne mediatiche denigratorie, l’ingresso di grandi società di capitale e di multinazionali straniere. Se fossero passati i decreti Bersani/Prodi 2006, Monti 2012 e l’emendamento della Senatrice del Pd Lanzillotta nel 2018, volti a modificare la legge 21/92 che regola il settore, si sarebbe aperta la strada all’ennesima liberalizzazione ed oggi avremmo un altro comparto cannibalizzato, con operatori sottoposti ad una condizione di subalternità e con prestazioni erogate ad una mera logica di profitto.

L’importanza dei servizi pubblici

Facile intuire che in un contesto del genere sarebbe stato impossibile ipotizzare una qualsivoglia collaborazione solidale. Questa emergenza deve quindi spingere tutti a riflettere sull’importanza dei servizi pubblici presenti nella nostra nazione. Dobbiamo farlo adesso, in primis, col sistema sanitario. Ma più in generale è necessario farlo in ogni ambito, se vogliamo recuperare le sicurezze di cui disponevano i nostri nonni e i nostri padri, oggi scippate da organismi sovranazionali interessati a mantenerci in uno stato di perenne ricatto. Quello che sta accadendo dimostra che nessuno ci aiuterà mai a risolvere i nostri problemi, dobbiamo e possiamo farlo soltanto con l’ausilio delle nostre forze.

Saverio Di Giulio

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