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Così quattro “disoccupati” (uno con il reddito di cittadinanza) finanziavano l’Isis dalla Puglia

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 5 lug – Finanziavano l’Isis da Andria, con un metodo collaudato e decisamente allarmante. Dalla Puglia alla Siria attraverso i money transfer, sulla rotta del terrorismo liquido. Oltre 1 milione di euro fatti arrivare ai jihadisti membri o comunque affiliati dell’Isis. Un fiume di denaro finora invisibile, scoperto dalla Guardia di Finanza che ha arrestato stamani quattro persone ad Andria. L’accusa è decisamente pesante: finanziamento del terrorismo internazionale.

Così finanziavano l’Isis attraverso i money transfer

Denominata “Il libanese”, l’operazione ha visto coinvolti 50 militari della GdF. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, i quattro finiti in manette hanno effettuato più di mille invii di denaro tra il 2015 e il 2020. A beneficiarne 42 persone, ritenute “collettori stranieri”, residenti in 49 Stati diversi “a rischio terrorismo”. Tutti i movimenti di denaro sono stati documentati dalla Dda di Bari, con l’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria. Già il 10 gennaio 2017 vennero accertati due trasferimenti da 950 euro, effettuati a tre minuti di distanza uno dall’altro da un’unica agenzia di money transfer di Andria. Entrambi gli invii di denaro vedevano come destinatario un cittadino libanese (di qui il nome dell’operazione), “considerato un collettore di denaro a disposizione dei cosiddetti foreign terrorist fighters”.

Il metodo per aggirare l’antiriciclaggio

Le indagini successive, grazie anche alle intercettazioni telefoniche, hanno poi evidenziato gli altri numerosissimi trasferimenti di denaro. Transazioni tutte con le medesime caratteristiche: importi frazionati verso gli stessi destinatari, stesse agenzi di money transfer e un continuo ricorso a prestanome. In questo modo chi versava il denaro puntava ad aggirare la normativa antiriciclaggio, evitando quindi le segnalazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia.

I finanziatori “disoccupati”

Stando a quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, i quattro arrestati erano tutti ufficialmente disoccupati e uno di loro nel 2019 ha percepito pure il reddito di cittadinanza. Ed è proprio lui, un 32enne di Andria, ad essere accusato di essere il “reclutatore”. Ovvero colui che era incaricato di individuare altre persone disponibili alla trasmissione di denaro all’estero, ignare dell’attività illecita e in cambio di pochi soldi. Un’altra persona arrestata, un 42enne sempre di Andria, aveva sul proprio profilo Facebook diversi “amici” vicini agli ambienti del jihadismo.

Leggi anche: Finanziavano il terrorismo islamico con i sussidi per rifugiati, arrestati 4 africani

Alessandro Della Guglia

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