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Denatalità: dalla Danimarca al Giappone, i rimedi contro l’estinzione

by La Redazione
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crisi di natalitàCopenaghen, 9 mar – Molti dei paesi occidentali, più qualcun altro come la Russia e in parte la Cina stessa, soffrono di una crisi di natalità i cui pesanti effetti sono già avvertibili sia sul sistema pensionistico sia sulla stessa identità nazionale. Non fa eccezione l’Italia che, come si è già visto, ha intrapreso la strada scellerata della sostituzione di popolo. In giro per il mondo, le soluzioni per uscire dalla crisi demografica sono le più svariate.

Il governo danese, per esempio, ha da recentemente promosso un’iniziativa denominata “Fallo per la Danimarca“, incoraggiando i danesi a viaggiare all’estero e fare sesso durante le vacanze, anche attraverso un video , diffuso su Youtube e disponibile sotto, in cui una splendida bionda molto svestita incoraggia a fare il proprio dovere, procreando per la Danimarca. In pratica, un “date figli alla patria” del ventunesimo secolo.

Le autorità di Singapore, da parte sua, ha prodotto un motivetto orecchiabile e molto giovanile per invogliare a uscire e fare i bambini.

Il governo svedese ha investito i soldi dei contribuenti per una canzone diretta ai bambini, in modo da indottrinarli prima possibile sulla procreazione.

In Giappone, paese che ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo, il governo è alla disperata ricerca di soluzioni a quella che definisce la sua crisi di libido. Secondo il governo nipponico, gli uomini giapponesi non sarebbero più interessati al sesso, mentre le donne lo troverebbero addirittura fastidioso. Per questo, starebbero progettando una soluzione calata dall’alto per riprogettare il desiderio sessuale nel loro paese, proponendo niente meno che una “tassa sulla bellezza” a carico degli uomini più attraenti, con l’idea che – tassando gli uomini belli – a quelli meno attraenti rimarrebbero più soldi per… rimorchiare le donne.

Quello che molti di questi paesi hanno in comune, Giappone, Danimarca, e così via, è un tasso di natalità in rapido declino, che è disastroso per l’economia, in particolare per un paese ad altissima età media come il Giappone. Ironia della sorte, la persona più anziana del mondo – 117 anni di età – è una signora giapponese: il Giappone è la patria di una delle più antiche popolazioni del mondo e ha una delle più lunghe aspettative di vita.

Curiosamente, i giapponesi hanno anche uno dei più grandi programmi di pensione al mondo, un combinato esplosivo il cui risultato è che sono sempre meno i giovani che pagano sempre di più del loro reddito per sostenere una quota sproporzionatamente elevata di popolazione pensionata che vive per decenni dopo il ritiro.

Ciascuno di questi governi sta cercando di trovare una soluzione per risolvere un problema fiscale insostenibile: in Danimarca sembrano pensare che le persone non vadano abbastanza in vacanza, in Giappone che sia un problema di desiderio sessuale. Per quanto sia simpatica e lodevole almeno l’intenzione e il fatto di porsi il problema (in Italia c’è ancora chi pensa che fare politica demografica significhi essere nostalgici) in realtà si dovrebbe piuttosto intervenire sul costo della vita.

Mese per mese o anche anno per anno, è difficile notare i sottili cambiamenti nel costo e degli standard della vita, ma dopo un lungo periodo di tempo è più facile guardare indietro e ricordare come stavano le cose di una volta, quando si era in grado di mantenere una famiglia sulla base di un unico reddito (come negli anni ’70 dello scorso secolo in Italia), così come non sussistevano di solito grossi problemi per permettersi le cure mediche e l’istruzione superiore.

Si dice spesso che la più grande spesa che ciascuno avrà nella propria vita è la casa, ma non è così: tipicamente, la più grande spesa che la maggior parte delle persone deve sostenere è diretta alla famiglia, e in particolare ai bambini. Dopo anni e anni di sofferenza attraverso politiche illogiche e distruttive che – attraverso la finanziarizzazione dell’economia, in pratica la creazione del denaro dal nulla – hanno reso le persone cronicamente più povere, non è una sorpresa che la conclusione sia proprio questa: che non possiamo più permetterci di avere serenamente un figlio.

È così che i banchieri centrali e i politici hanno assunto anche il potere di far letteralmente scomparire una popolazione. Forse sarebbe più logico partire da qui, anziché incentivare i cittadini a fare sesso, cosa che, almeno questa, è sempre stata fatta anche senza l’aiuto dello Stato.

Fabrizio La Rocca

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