Roma, 21 lug – Anche il litorale romano si unisce alla mobilitazione contro la legge-bavaglio Zan-Scalfarotto che prevede di estendere alcuni reati già previsti del codice penale, agli episodi di odio basati sull’omofobia e sulla transfobia. Al reato di discriminazione «razziale, etnica e religiosa» si aggiungerà quindi quello fondato «sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere». Un dl liberticida che annuncia l’ennesimo attacco alla libertà di espressione e alla democrazie, una legge pericolosa dettata dalla volontà di impedire l’agibilità politica di milioni di italiani. «I politici che propongono queste leggi spesso indicano come “omofobi” coloro che sono in disaccordo con loro su temi come la famiglia, la sessualità, i diritti dei bambini – si legge sul sito delll’organizzazione Restiamo Liberi promotrice dell’iniziativa – Sostenere che i bambini hanno diritto di crescere con una mamma e un papà sarebbe omofobico, manifestare pubblicamente la propria contrarietà all’utero in affitto o alle adozioni gay sarebbe omofobico; leggere pubblicamente alcuni passi di San Paolo apostolo sarebbe omofobico; affermare che i sessi sono due maschio e femmina e non sono fluidi sarebbe transfobico».

Tre sono gli appuntamenti previsti sul litorale romano: domani 22 luglio alle ore 21 a Santa Marinella in via Aurelia (passeggiata a mare), venerdì 24 alle ore 18,30 a Ostia in piazza Tor San Michele e sabato 25 a Fiumicino alle 10,30 in piazza Grassi. All’iniziativa aderiscono anche il consigliere di CasaPound Italia del X Municipio Luca Marsella e il senatore leghista William De Vecchis: «Aderisco a questa iniziativa – scrive De Vecchis su Facebook – perché il ddl Zan Scalfarotto Boldrini è una proposta di legge che limita la libertà di opinione e la libertà individuale con sanzioni non condivisibili e sproporzionate. Ognuno può vivere la propria sessualità in piena libertà con chi vuole, ma nessuno può impedire ad altre persone di affermare che un bambino ha bisogno di una mamma e un papà, rispettando le leggi vigenti si deve tutelare anche il diritto di criticare la cultura gender». Per il senatore la Zan-Scalfarotto «non è una legge a favore di qualcuno ma contro la libertà di altri impedendo e la libera circolazione delle idee e opinioni democratiche. Questo ddl – conclude – è innanzitutto incostituzionale e presenteremo delle pregiudiziali durante la discussione parlamentare. Daremo battaglia politica per impedire che venga approvata una legge che non tutela i diritti, anzi li depaupera».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. scalfa rotto culo aperto la ricerca deve trovare subito una medicina per queste povere persone con il grave disturbo mentale di pigliarlo in berta

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