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Emergenza immigrazione: EUNavfor Med rischia di naufragare

by Paolo Mauri
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eunavfor-medRoma, 6 set – A due mesi di distanza dall’approvazione del decreto legge che ha dato il via a EUNavfor Med per il “contrasto” all’immigrazione siamo entrati nella seconda parte della missione navale. Come ha riferito giovedì scorso il capo della diplomazia UE, Federica Mogherini, a Lussemburgo durante il vertice dei ministri della Difesa dell’Unione “La missione navale Eunavfor Med può ora passare alla seconda fase, quella del contrasto operativo del traffico illecito di migranti” specificando in particolare che “Abbiamo completato la fase uno di raccolta delle informazioni, dell’intelligence e siamo pronti a passare alla fase operativa nelle acque internazionali”.
Se ci si limitasse a quanto detto dalla Mogherini sembrerebbe tutto bello: ci si aspetterebbe che le forze navali impiegate per questa missione ora comincino ad arrestare gli scafisti e ad affondare i barconi, senza essere eccessivamente speranzosi che venga almeno presa in considerazione l’idea dei respingimenti assistiti, ma la realtà è ben diversa.
Infatti si è trattato solo di una riunione informale e, come sostiene la stessa rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la sicurezza, “Possiamo prendere una decisione nelle prossime settimane”. Perché affinché si attui la vera e propria fase operativa è necessaria una nuova conferenza tra i 14 Paesi aderenti alla missione di “force generation” dato che la seconda fase richiede l’utilizzo di più mezzi.
Sì, perché fin’ora alla nuova operazione navale di contrasto all’immigrazione sono state assegnate solo 4 unità navali di seconda linea, fatta eccezione per la nostra portaerei “Cavour”, peraltro non adatte, come per il caso dell’unica unità navale inglese, la “Enterprise”, ad effettuare operazioni di contrasto attivo al traffico di uomini, tantomeno adatta a distruggere i barconi.
LogoEunavforMed@Sostanzialmente ci vorranno settimane affinché ci possa essere l’ufficializzazione del via libera e per convincere gli altri paesi membri ad impiegare un maggior quantitativo di uomini e mezzi nell’operazione navale, tempo che permetterà ai trafficanti di uomini di continuare tranquillamente i loro affari aiutati anche dalle condizioni climatiche favorevoli. Senza considerare che non si capisce ancora bene in che modo e dove si intenda distruggere i famigerati barconi: li si affondano in acque internazionali? In acque libiche? A prima vista potrebbe sembrare un cavillo ma visto che l’argomento di chi vuole (e sta effettivamente attuando, va ricordato) l’accoglienza indiscriminata è quello che non ci sia una autorità libica con cui stabilire una forma di contrasto alla partenza degli immigrati diventa fondamentale capire se la distruzione dei barconi avverrà in acque territoriali libiche oppure no. Distruggendo un barcone in acque libiche si avrebbe la consapevolezza che si tratta di un atto di guerra, ma non essendoci una autorità nazionale libica non sarebbe un grosso problema diplomatico, quindi teoricamente si potrebbe anche cercare un tipo di contrasto militare più efficace sulla terraferma a meno di non voler affondare ogni singolo gozzo da pesca e gommone sull’intera costa libica.

Federica-Mogherini

Federica Mogherini


Perché da quello che abbiamo potuto capire, parlando con chi è giunto sulle nostre coste in questa nuova fase dell’emergenza immigrazione, non è solo la criminalità organizzata o l’IS a gestire i traffici di uomini, ma qualsiasi libico privo di scrupoli pur di arricchirsi sta imbarcando gli immigrati sui primi natanti che riesce a trovare, o sarebbe meglio dire rubare. Del resto l’occasione fa l’uomo ladro, e l’occasione è stata fornita nientemeno che dalla UE e dall’Italia grazie a Mare Nostrum facendo aumentare vertiginosamente il numero di arrivi sulle nostre coste.
Dall’avvio di Mare Nostrum, inoltre, le autorità italiane hanno arrestato quasi mille scafisti di cui oltre il 90% sono stati denunciati a piede libero, e quindi già tornati a continuare tranquillamente la loro proficua attività criminale. Questo significa che le operazioni navali (EUNavfor Med compresa), così come sono state concepite, non permettono né di fermare i flussi migratori né di assicurare alla giustizia chi lucra sul traffico degli uomini.
Paolo Mauri

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