Roma, 2 ago – Un sogno per alcuni, un incubo per altri. Non parliamo del Merlino di Excalibur ma della famigerata pedonalizzazione dei Fori Imperiali di Roma. Sognata dall’ex sindaco Ignazio Marino e da una discreta parte dell’establishment antifascista che gli si era accodato, è diventata un vero incubo per la quasi totalità dei cittadini romani. Negozianti costretti ad abbassare le serrande per il calo di clienti – una vera manna in tempo di crisi – residenti inviperiti per il fatto che le strade limitrofe si sono trasformate in “autostrade” che rendono difficile se non pericoloso l’attraversamento pedonale, romani costretti a passare almeno un’ora in più in macchina attraversando strade intasate a causa della chiusura di una delle principali arterie di mobilità senza che mai si sia pensato un valido percorso alternativo – anzi la trasformazione di via Labicana a senso unico ha addirittura peggiorato la situazione.
Il sogno si sarebbe dovuto perfezionare nella giornata di ieri, con l’entrata in vigore della delibera di ottobre 2015 voluta proprio da Marino che prevede lo stop al transito anche a bus e taxi. Il sogno di “poter raggiungere il Colosseo senza usare i mezzi ma solo andando a piedi” dell’ex sindaco ha però presentato due problemi non di poco conto. Il primo è stato di carattere comunicativo: la delibera è entrata in vigore senza che nessuno venisse avvisato, tanto che alle fermate si sono formate lunghissime file di attesa di cittadini ignari e stupiti dell’assenza di mezzi pubblici. Il secondo, ben più importante, è che a differenza di quanto abbia sempre pensato l’ex sindaco Marino il centro di Roma non è solo appannaggio di turisti che possono andare a piedi da Piazza Venezia al Colosseo guardando estasiati le vestigia di Roma repubblicana e imperiale – venute alla luce proprio grazie alla costruzione della strada che molti vorrebbero veder sparire, ricordiamo – ma anche di residenti, avventori e lavoratori.
Il nuovo percorso di ben 6 linee, di cui quattro frequentatissime (le linee 51, 85, 87 e 118), prevede infatti come alternativa al transito per via dei Fori un lunghissimo giro che passa per via di San Gregorio, via del Circo Massimo, via Petroselli, Teatro Marcello e, infine, Piazza Venezia. Un allungamento di almeno 20 minuti rispetto al percorso iniziale che unito alla mancata comunicazione ha causato caos e ritardi in molte attività commerciali.
In seguito all’inferocita protesta di residenti e lavoratori, è intervenuta in prima persona Linda Meleo, neo assessore alla mobilità della giunta Raggi. La Meleo ha infatti promesso una delibera che revochi quella di Marino e che permetta il transito di bus e taxi per via dei Fori già da domani. Per molti questo è solo il primo “passo indietro” sul tema pedonalizzazione dei Fori che già ha ampiamente dimostrato di essere stato un fallimento sotto tutti i punti di vista. Con buona pace di chi con la scusa di un “parco archeologico” mai realizzato ha voluto soltanto eliminare una delle opere più importanti del Fascismo che resta tuttora una delle più amate dai cittadini romani.
Carlomanno Adinolfi