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Al via il green pass Ue. Ma è caos totale: ecco i problemi per quello italiano

by Adolfo Spezzaferro
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green pass ue

Roma, 1 lug – Da oggi entra in vigore nella Ue il green pass, ed è subito caos: non si capisce bene a che condizioni è valida la certificazione anti-Covid né come funziona all’estero. Come è noto il green pass permette di viaggiare liberamente da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen. Il documento viene rilasciato a chi è stato vaccinato contro il Covid o ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico o è guarito dal Covid. Ma proprio su questi requisiti ci sono molti dubbi.

In Italia il green pass è rilasciato dal ministero della Salute

In concreto il green pass Ue contiene un Qr code che andrà presentato all’ingresso nel Paese di destinazione in modo da evitare quarantene o tamponi. Il pass europeo sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l’ultima dose di vaccino anti-Covid. Sulle regole d’ingresso, dal numero di dosi al tipo di vaccino, manca però omogeneità tra i Paesi membri, come ricordato dalla Commissione Ue. In Italia la certificazione verde Covid-19 è emessa dal ministero della Salute. Vediamo nel dettaglio come funziona.

La Commissione Ue raccomanda la vaccinazione completa

In Italia il green pass viene rilasciato a 14 giorni dalla prima dose di vaccino, ed è valido per matrimoni, feste, concerti, eventi. Ma la Commissione Ue, pur lasciando ai singoli Paesi la scelta di accettare o meno un green pass con una sola dose di vaccino, raccomanda la vaccinazione completa. In ogni caso, si legge sul sito della Commissione, “lo Stato membro che accetti anche in altre situazioni una prova di avvenuta vaccinazione per esentare dalle limitazioni della libertà di circolazione, ad esempio dopo la somministrazione della prima dose di un vaccino bidose, dovrebbe accettare anche, alle stesse condizioni, il certificato di vaccinazione con un vaccino contro la Covid-19”.

Variante Delta, verso il rilascio solo con doppia dose

In tal senso, complice la variante Delta, si potrebbe arrivare a rilasciare il green pass soltanto con doppia dose di vaccino. Come fa presente Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas di Milano, “se il problema è la variante Delta il green pass va dato dopo due dosi e ai guariti con una dose”. Il primo a prendere in considerazione l’ipotesi del rilascio con due dosi è stato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri “Da medico e non da politico dico che probabilmente si arriverà a una rimodulazione” del green pass, aveva detto.

La piattaforma digitale ReOpen Eu con le restrizioni per i viaggi nei 27 Paesi

Dal canto suo, la Commissione Ue, nella lettera ai 27 ricorda come per “costruire la fiducia dei cittadini è necessario fornire informazioni tempestive e accessibili a tutti attraverso la piattaforma digitale ReOpen Eu”. Sulla piattaforma è possibile verificare le restrizioni vigenti per i vari Paesi. Nel sistema ideato dai 27 è previsto un codice a colori per la classificazione delle regioni, in base alla situazione epidemiologica. Le informazioni sono aggiornate frequentemente e disponibili in 24 lingue. Prima di organizzare una vacanza all’estero dunque è il caso di consultare il sito, anche e soprattutto alla luce del caos normativo.

Ecco i Paesi Ue che ancora non riconoscono il green pass

In ogni caso allo stato attuale, sono 20 gli Stati membri che hanno già messo in piedi il sistema digitale per connettersi alla piattaforma Ue e che inizieranno subito a distribuire i green pass. All’appello mancano però ancora Cipro, Ungheria, Malta, Irlanda, Paesi Bassi, Romania e Svezia.

I dubbi sul mix di vaccini

Ma sul fronte della vaccinazione ci sono ancora molti dubbi e il caos normativo non aiuta. E’ il caso di chi fa il mix di vaccini – seconda dose con preparato diverso dal primo (come nel caso di Astrazeneca per gli under 60). Infatti il green pass a quanto pare non riconosce che si è fatta anche la seconda dose (richiesta per viaggiare nella Ue). Altra questione, il tipo di vaccino riconosciuto. Nell’elenco dei vaccini ammessi dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, per esempio non c’è Sputnik, il vaccino russo, somministrato in Ungheria, che è un Paese Ue (oltre che a San Marino).

Adolfo Spezzaferro

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