Il documento, del quale riferisce Filippo Facci su Libero, già dal titolo è evocativo: “Progetto accoglienza – provvedimento G.E. Tribunale di Lecco locazione immobili pignorati ai rifugiati”. Scrive Colasanti: “Il progetto persegue un alto scopo umanitario e sociale in quanto è volto a realizzare una distribuzione sull’intero territorio provinciale dei rifugiati assicurandogli alloggi dignitosi, così da limitare i disagi e i pericoli della permanenza accentrata nei centri di accoglienza”. In altre parole, il giudice intende far sì che la Prefettura – competente per il tema sfratti – abbia una sorta di corsia preferenziale nell’eseguire i pignoramenti, al fine di velocizzare le procedure e assegnare così gli immobili in locazione alle cooperative che gestiscono il lucroso affare dell’accoglienza.
Anche qualora ne avesse le disponibilità, il pignorato non riuscirebbe in questo modo a tornare mai in possesso del bene. A risentirne sarebbe anche il mercato immobiliare, dato che questi appartamenti non sarebbero visionabili da eventuali compratori interessati, i quali rischierebbero peraltro di comprare un bene senza garanzia sul suo stato, dato che le “opere di manutenzione ordinaria” (parole del giudice) da affidare agli immigrati è tutto da dimostrare che vengano eseguite. In ultimo, scrive Facci, “ci perderebbe la prefettura (cioè lo Stato) che dovrebbe pagare dei canoni d’ affitto per qualcosa che le appartiene e che gli occupanti danneggerebbero e basta; ci perderebbe ancora lo Stato, costretto a congelare la vendita di un bene che la procedura svaluterebbe”.
Nicola Mattei
1 commento
Una cosa e’ certa, se dovesse capitarmi una cosa del genere ed essere sfrattato, qualche ora prima dello sfratto riempio la casa di benzina, apro il gas e gli do fuoco !!!!!! La mia casa non la cedo a nessuno !!!!!