Londra, 24 lug – Arriva dalla Gran Bretagna un altro esempio di integrazione “gender” andata male: la storia di Amy, ex detenuta, che è stata molestata sessualmente in prigione da un trans. Ovvero un uomo, coi genitali maschili, che era stato messo nella sezione femminile in quanto si sentiva “donna”.
Amy, violentata da un trans
“Lo sguardo nei suoi occhi era spaventoso” testimonia Amy, l’ex detenuta molestata in prigione da un trans, al Daily Mail. “Mi ha guardato con disprezzo prima di lanciarsi in avanti e afferrarmi forte il seno. Li strinse e io gridai di dolore. Avevo paura che mi violentasse”. La “detenuta” che ha aggredito sessualmente Amy è una donna transgender, con un certificato di riconoscimento di genere (GRC), e quindi indicata dal pronome femminile, ma aveva ancora genitali maschili. Amy era ben consapevole che il trans aveva ancora genitali maschili perché spesso intimidiva lei e le altre prigioniere dell’HMP Bronzefield ad Ashford, nel Middlesex, esponendoli.
L’uomo scontava una pena per aggressione sessuale
Inoltre, il trans stava scontando una pena per una grave aggressione sessuale su un bambino ed era chiaramente un pericolo per le altre detenute. Eppure si era “assicurata” un ambito lavoro come addetta alle pulizie nella palestra della prigione dove lavorava anche Amy. Ed è stato mentre era nel blocco del bagno della palestra che ha aggredito Amy nel 2017.
“Ma cosa è venuto in mente alla polizia?”
“Cosa avevano in mente i poliziotti quando le hanno lasciato pulire i bagni in cui molte donne sarebbero state svestite e sole? Perché c’era un molestatore sessuale di minori con un pene che puliva i bagni della palestra in una prigione femminile?” si domanda Amy. “Quando il trans si faceva la doccia, la prigione aveva deciso di mettere un cartello sulla porta dicendo che nessun altro doveva entrare: sapevano che avrebbe potuto turbare le donne se l’avessero visto nudo. Ma lui si è opposto a questo: ha detto che era una violazione del i suoi diritti umani’, afferma Amy.
Ilaria Paoletti
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