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La scuola italiana cade a pezzi: lesioni in una su sette

by Michael Mocci
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scuolafatiscenteRoma, 12 ott – Non solo una didattica scadente ma anche strutture fatiscenti e non adeguate. Questa l’immagine della scuola italiana che emerge dall’undicesimo Rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici, che ha preso in considerazione le scuole di 18 regioni italiane. Tragici i risultati: una scuola su sette ha lesioni strutturali, in una su cinque ci sono distacchi di intonaco e nell’ultimo anno si sono contati 29 crolli di diversa natura. Atti di vandalismo in un terzo delle scuole.

Il 39% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato (lo scorso anno era il 21%).Nel 13% dei casi, barriere architettoniche e pavimenti sconnessi ostacolano la vita agli studenti disabili, il 51% delle aule è senza tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte. Il 41% dei bagni è senza sapone e il 50% senza carta igienica. Interessante il dato sul sovraffollamento: una classe su cinque ha più di 25 alunni e 47 classi sono risultate fuori legge. Totalmente trascurati gli studenti disabili: il 64% degli istituti ha i posti auto riservati ai disabili però nel 27% mancano le rampe all’ingresso, nel 35% mancano gli ascensori e nel 23% mancano bagni per i disabili. Il dato sulle palestre è scandaloso e dimostra l’approccio culturale con cui si è trattato lo sport negli ultimi decenni: il 28% delle scuole non ha una palestra. Spesso presentano distacchi di intonaco (19% dei casi), muffe e infiltrazioni (24%), barriere architettoniche (18%), fonti di pericolo (23%). Nell’8% dei casi non hanno alcun tipo di attrezzatura e quasi una su due (44%) è priva di cassetta di pronto soccorso.

Questi i risultati delle politiche governative che non hanno puntato sulla scuola, non perché non ci siano i soldi ma perché non ci si crede. Non si crede che la scuola e la cultura siano settori su cui investire. Non è infatti possibile che l’educazione, che deve essere gestita dallo Stato, si foraggi ogni anno anche grazie ai 390 milioni di euro derivati dal contributo volontario e da altre donazioni provenienti dalle famiglie mentre i governi che si sono susseguiti continuano a tagliare indiscriminatamente su scuola e università.

Michael Mocci

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