Lampedusa, 2 nov – Italiani sempre più reclusi, porti sempre più aperti. Mentre è in dirittura d’arrivo il terzo Dpcm che limiterà ulteriormente la libertà dei cittadini e metterà una pietra tombale sull’economia dello Stivale, il governo srotola l’ennesimo tappeto rosso agli immigrati che decidono di attraversare il mediterraneo per trovare fortuna nel nostro Paese. Quando si tratta solo di «fortuna», ovviamente e non di scorrazzare per l’Europa sgozzando e decapitando cristiani approfittando delle falle e del lassismo nei sistemi di identificazione ed espulsione.

Due pesi e due misure

E di sicuro non cambierà la musica nel prossimo Dpcm, dove è previsto coprifuoco, chiusura dei negozi e stop a spostamento tra Regioni, ma si tace clamorosamente sull’ingresso di migliaia di clandestini potenziale vettore di contagio – oltre tutto ospitati a nostre spese su lussuose navi-quarantena mentre gli italiani iniziano a litigarsi i posti in corsia d’ospedale e gli imprenditori si vedono privati del loro diritto al lavoro a mezzo Dpcm sempre più draconiani.

400 clandestini in 24 ore

L’ultima infornata di clandestini si è registrata proprio ieri a Lampedusa, dove in 24 ore sono arrivati circa 400 immigrati a bordo di 7 barconi. L’ultimo in ordine di arrivo con una 70ina di persone a bordo è stato soccorso nelle acqua antistanti l’isola. Prima di queste, altre 4 erano state raggiunte dalle motovedette della guardia costiera, mentre due barchini erano riusciti a guadagnare l’accesso alla costa, ma sono stati bloccati prima che i passeggeri iniziassero a scendere e tentare la fuga nelle campagne circostanti. Tutti gli immigrati sono stati sottoposti ai primi accertamenti sanitari e sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola. Dal centro è in corso un trasferimento di circa 100 persone che saranno imbarcate sulla nave quarantena Suprema che si trova a Cala Pisana. Non si è fatto attendere il commento di Matteo Salvini: «Per gli italiani chiusure e restrizioni, per i clandestini porti sempre aperti! Quanti potenziali terroristi stiamo accogliendo in Europa? È una vergogna di cui questo governo dovrà rispondere».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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