Lecco, 30 giu — Nel Comune più piccolo d’Italia — con una popolazione di 30 abitanti — chi discrimina o fa dichiarazioni offensive verso persone gay, lesbiche, transessuali, bisessuali sia di persona che sui social collegati all’amministrazione dovrà pagare una multa di 500 euro. Il ddl Zan è ancora un sogno nel cassetto dei gendarmi Lgbt, ma al comune di Monterone (Lecco) se ne fregano: si sono portati avanti con il lavoro, nella speranzosa attesa che la proposta di legge contro l’omotransfobia venga approvata.

Monterone, multa di 500 euro per chi offende i gay

La delibera è stata proposta dall’assessore Andrea Grassi del partito Gay Lgbt+. «Dove non arriva lo Stato, col Parlamento che ha bocciato la legge Zan, arriviamo noi», esulta Grassi. «Sono molto contento anche perché la delibera è stata sostenuta dal sindaco Dario Pesenti e dal vice Marco Formenti che dimostrano come il sostegno alle discriminazione di questo tipo arrivi anche dal centrodestra. Loro ci hanno messo la faccia in prima persona».

E il centrodestra approva

Eh già. Del resto è stato proprio il sindaco Pesenti a fare un rimpasto di giunta, escludendo la leghista Vittoria Sala per fare posto all’esponente del Partito Gay, designandolo assessore alle Pari opportunità, Turismo, Rigenerazione urbana e territorio. Sentitelo quanto è contento: «È un provvedimento che ci ha trovati tutti coesi – aggiunge il sindaco Dario Pesenti-. Il Comune più piccolo d’Italia, primo in questa iniziativa, è come già in altri casi un vero e proprio laboratorio politico. Un atto solo apparentemente simbolico: credo che la tutela dei diritti in ogni forma sia compito primario anche delle amministrazioni locali».

L’assalto ai Comuni è solo all’inizio

La sanzione riguarderà, non solo chi si trova nel territorio comunale «ma anche chi fa dichiarazioni omotransfobiche sulle pagine web collegate al paese». Morterone non è l’unico Comune in cui il partito Gay Lgbt+ ha imposto tale diktat sotto forma di delibera: si uniscono Cancellara (Potenza), Madonna del Sasso (Verbano Cusio Ossola), Ferla (Siracusa), Castiglione Cosentino (Cosenza); San Nicolò d’Arciano (Oristano). Castelnuovo Cilento (Salerno), Oriolo (Cosenza). «Il sindaco di Bari De Caro e la giunta di Ravenna ci hanno risposto di non averla approvata perché non è applicabile, ma noi siamo disponibili a fornire un parere legale per dimostrare che invece lo è».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

3 Commenti

  1. L’odio non e’ un diritto ,ma anche la liberta’ di essere schifato deve essere un diritto da rispettare ,la liberta’ di pensiero ,la pretendo, mi fanno schifo !

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