Una “dimenticanza” non da poco quella del sindaco arancione che, sempre pronto ad esprimere la propria vicinanza ai centri sociali, stavolta, come in occasione dell’assalto alla sede di CasaPound Napoli di circa un anno fa, non fa alcuna dichiarazione di condanna del gesto. È dunque ancora una volta evidente che, anche per il primo cittadino, il diritto all’agibilità politica è prerogativa della “sinistra antagonista”. La mancanza di una presa di posizione, però, oltre che di cattivo gusto, è un pericoloso gesto perché rischia di essere un beneplacito per atti intimidatori sempre più violenti nei confronti di militanti e, come in questo caso, di semplici simpatizzanti, dell’associazione di Iannone (e non solo).
Davvero interessante sarà vedere quali saranno le reazioni di quella parte di sostenitori di De Magistris che lo hanno sempre considerato un esempio di legalità: si dissoceranno dalle gesta dei “nipoti” del sindaco oppure inizieranno anche loro a pensare che «uccidere un fascista non è reato»? Ma forse si è in malafede e al sindaco, impegnato ad organizzare l’ennesimo “grande evento” per la città, non è ancora arrivata la notizia dell’accaduto. Concediamogli il beneficio del dubbio.
Roberto Derta
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questa e’ la borghesia rossa,un nulla travestito da legalita’!
È complice degli aggressori
Perché dovrebbe parlare?
È un nemico e come tale va considerato.