Roma, 28 apr – “Ho presentato le dimissioni, sono stanco“: così Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts) annuncia la rinuncia all’incarico di consulente del ministero dell’Istruzione sul fronte del rientro a scuola in sicurezza. “Ho comunicato oggi le mie dimissioni al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Se mi dirà che ha ancora bisogno di me ne discuteremo, ma sono stanco“. Così Miozzo, da circa un mese e mezzo consulente del ministro.
Miozzo si dimette da consulente sulla scuola: “E’ stato un anno impegnativo, sono stremato”
“E’ stato un anno impegnativo. Ho dormito 6 ore a notte e ne ho lavorate 18, ogni giorno. Credo di aver dato il mio contributo nel Comitato tecnico scientifico e, per quanto ho potuto, al ministero dell’Istruzione. Sono stremato“, spiega Miozzo all’Agi, elencando quanto fatto in questo periodo al dicastero di viale Trastevere: “Abbiamo lavorato per la riapertura in sicurezza, ripreso gli abituali contatti con i sindacati, sono state valutate formule per effettuare i tamponi“.
“La scuola ha le sue criticità. Tamponi agli studenti? Problemi logistici”
La scuola, ammette Miozzo, “ha le sue criticità e per questo è importante accogliere tutte le iniziative che permettano di ridurre il rischio nelle scuole”. Il consulente di Bianchi cita gli esempi di “progetti pilota di tracciamento nel Lazio, a Bollate, a Bolzano”. Si tratta – spiega – di una serie di attività che fanno capire che il territorio ha compreso l’importanza di questo test”. Miozzo spiega che in un primo momento al ministero “si era pensato di fare tamponi a tutti gli studenti ma ci sono effettivi problemi logistici legati al numero, visto che parliamo di otto milioni di ragazzi. Dopotutto queste sono cose che si programmano con settimane di anticipo“.
“Scontiamo ritardi strutturali, classi pollaio e trasporti restano dei problemi”
L’ex coordinatore del Cts afferma poi che “i tamponi salivari sono in sperimentazione in qualche scuola. Gli americani li fanno quotidianamente. Noi scontiamo ritardi strutturali ma ho la percezione che presto anche da noi diventerà una prassi comune”. Quanto ai prossimi mesi, Miozzo si dice ottimista: “Il ritorno in classe è un fatto positivo. Non sono state risolte tutte le criticità. Restano le classi pollaio e i trasporti“, solo per citare le più importanti. “Però i dirigenti e il personale scolastico hanno fatto miracoli, spesso inventando soluzioni, che comprendono anche – in alcune realtà – lezioni all’aperto”. Formula, quest’ultima, che potrebbe essere utile per il piano estate di Bianchi. Per quanto riguarda i contagi in classe, Miozzo assicura che “in parte sono stati risolti con mezzi alternativi o con lo slittamento delle entrate e delle uscite. Stiamo andando nella giusta direzione”. Dopotutto, conclude: “Non bastano sei mesi per risolvere decenni di degrado”.
Ludovica Colli
1 commento
Classi pollaio…, da quanti decenni? E perché? Non meravigliamoci più se escono “polli” da una vita.