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Ventimiglia, 25 set – Sono lontani i tempi in cui, spinti da una pietà forse superficiale ma comprensibile, i cittadini di Ventimiglia sostenevano i clandestini lì accampati in attesa del passaggio in Francia con coperte, vestiti e generi alimentari, mentre le tensioni con le forze dell’ordine aumentavano di giorno in giorno.
Poi, infatti, in soccorso degli immigrati irregolari arrivarono quelli del no borders, centro sociale basato a Milano che si batte per “ospitare soggettività ed individualità diverse provenienti da realtà ed esperienze differenti, accomunate dal desiderio di opporsi fortemente alle logiche di potere discriminatorie per rivendicare il diritto alla mobilità, non solo per i migranti, ma per tutti quelli che quotidianamente vedono minacciata o limitata la propria libertà”. Delirio allo stato puro, insomma.
Da quando gli attivisti del no borders si sono accampati è successo di tutto: occupazioni abusive di parchi, blocchi stradali e ferroviari, manifestazioni non autorizzate, rifiuti sparsi ovunque, musica ad altissimo volume giorno e notte, che hanno mostrato alla popolazione locale la vera faccia feroce e intollerante del buonismo, fino a sfociare in esposti e denunce anche da parte dei commercianti.
E violenza. Come quella, allo stato ancora presunta, che avrebbe subito una 30enne lombarda, accampata sul posto in quanto attivista dei no borders, circa un mese fa, presso le docce allestite nel campo abusivo, da parte di un coetaneo senegalese ospitato dallo stesso centro sociale: “Sono stata violentata da un migrante, un senegalese. Ero entrata nella doccia allestita sotto la ferrovia, è entrato, mi ha zittita e poi ha approfittato di me per un’ora” ha riferito la donna.
Le grida di aiuto della stessa sprovveduta attivista non sarebbero state udite, secondo il racconto della medesima reso alla polizia, a causa proprio del volume della musica, mentre in merito alla ragione di tanto ritardo nella denuncia la ragazza ha spiegato che “gli altri ragazzi hanno scacciato quel giovane, ma mi hanno chiesto di tacere per evitare ripercussioni sugli altri stranieri… Hanno detto che avrei delegittimato le lotte dei No Border. Alla fine sono rimasta lì. Mi trovavo bene e comunque ho avuto l’impressione di non essere creduta”. Sarebbe stato il consiglio di un abitante del posto a convincere finalmente la vittima a sporgere denuncia.
Nel frattempo, il senegalese presunto stupratore sarebbe stato allontanato in fretta e furia dal campo e la sua ricerca si presenta alquanto problematica. Come ha spiegato all’emittente locale Primocanale Giuseppe Ruggiero, dirigente del Commissariato di polizia di Ventimiglia: “È una vicenda molto delicata sulla quale dobbiamo mantenere il massimo riserbo. Stiamo lavorando, non posso dire nulla. La denuncia? C’è stata”.
Come risultato, gli immigrati continuano a delinquere indisturbati e impuniti, e paradossalmente favoriti come in questo caso anche dalle comunità di appartenenza delle stesse vittime. Infatti, anche sei attivisti dello sciagurato centro sociale sarebbero indagati proprio per favoreggiamento.
Francesco Meneguzzo
Ventimiglia, 25 set – Sono lontani i tempi in cui, spinti da una pietà forse superficiale ma comprensibile, i cittadini di Ventimiglia sostenevano i clandestini lì accampati in attesa del passaggio in Francia con coperte, vestiti e generi alimentari, mentre le tensioni con le forze dell’ordine aumentavano di giorno in giorno.
Poi, infatti, in soccorso degli immigrati irregolari arrivarono quelli del no borders, centro sociale basato a Milano che si batte per “ospitare soggettività ed individualità diverse provenienti da realtà ed esperienze differenti, accomunate dal desiderio di opporsi fortemente alle logiche di potere discriminatorie per rivendicare il diritto alla mobilità, non solo per i migranti, ma per tutti quelli che quotidianamente vedono minacciata o limitata la propria libertà”. Delirio allo stato puro, insomma.
Da quando gli attivisti del no borders si sono accampati è successo di tutto: occupazioni abusive di parchi, blocchi stradali e ferroviari, manifestazioni non autorizzate, rifiuti sparsi ovunque, musica ad altissimo volume giorno e notte, che hanno mostrato alla popolazione locale la vera faccia feroce e intollerante del buonismo, fino a sfociare in esposti e denunce anche da parte dei commercianti.
E violenza. Come quella, allo stato ancora presunta, che avrebbe subito una 30enne lombarda, accampata sul posto in quanto attivista dei no borders, circa un mese fa, presso le docce allestite nel campo abusivo, da parte di un coetaneo senegalese ospitato dallo stesso centro sociale: “Sono stata violentata da un migrante, un senegalese. Ero entrata nella doccia allestita sotto la ferrovia, è entrato, mi ha zittita e poi ha approfittato di me per un’ora” ha riferito la donna.
Le grida di aiuto della stessa sprovveduta attivista non sarebbero state udite, secondo il racconto della medesima reso alla polizia, a causa proprio del volume della musica, mentre in merito alla ragione di tanto ritardo nella denuncia la ragazza ha spiegato che “gli altri ragazzi hanno scacciato quel giovane, ma mi hanno chiesto di tacere per evitare ripercussioni sugli altri stranieri… Hanno detto che avrei delegittimato le lotte dei No Border. Alla fine sono rimasta lì. Mi trovavo bene e comunque ho avuto l’impressione di non essere creduta”. Sarebbe stato il consiglio di un abitante del posto a convincere finalmente la vittima a sporgere denuncia.
Nel frattempo, il senegalese presunto stupratore sarebbe stato allontanato in fretta e furia dal campo e la sua ricerca si presenta alquanto problematica. Come ha spiegato all’emittente locale Primocanale Giuseppe Ruggiero, dirigente del Commissariato di polizia di Ventimiglia: “È una vicenda molto delicata sulla quale dobbiamo mantenere il massimo riserbo. Stiamo lavorando, non posso dire nulla. La denuncia? C’è stata”.
Come risultato, gli immigrati continuano a delinquere indisturbati e impuniti, e paradossalmente favoriti come in questo caso anche dalle comunità di appartenenza delle stesse vittime. Infatti, anche sei attivisti dello sciagurato centro sociale sarebbero indagati proprio per favoreggiamento.
Francesco Meneguzzo